Miss Chirurgia EsteticaIl mio rapporto con la chirurgia estetica è lo stesso che ho con il calcio, non ci capisco niente e non me ne può fregare di meno. Credo, però, che se mi mettessi davanti allo specchio con un pennarello nero, segnando i miei “punti critici” ne uscirei completamente scarabocchiata. Naso sgraziato, qualche chilo di troppo, doppio mento, sedere non troppo alto, cosce poco sode. Insomma di lavoretti di manutenzione, già alla tenera età di 26 anni, ne avrei da fare.

Ci sono donne per cui, invece, il bisturi è diventato pane quotidiano e fonte di orgoglio. Da Mercoledì 24 Agosto, Pesaro vanta un altro cittadino illustre: dopo Gioacchino Rossini, la signora Sabrina Cermaria, Miss Chirurgia Estetica 2011. Nata e residente a Pesaro, la nuova Miss ha dichiarato alla giuria di essersi rifatta solo il naso. Il resto pare sia tutta opera di madre natura e di oltre 20 anni di fitness. La kermesse, che si tiene ogni anno a Riccione presso il Beach Cafè, pare riscuotere grande successo, con oltre 1000 spettatori a edizione. Le fasce assegnate quest’anno sono state: Miss Siliconata, Miss Lifting Generale Viso, Miss Blefaroplastica (ricostruzione della palpebra), Miss Rinoplastica, Miss Mastoplastica Additiva, per finire in bellezza con Missonorifattatantevolte. Impressionante (ma anche molto ben riuscita) la locandina dell’evento con una donna dalla pelle diafana che, coperta da un accappatoio, tiene in mano un segaccio. Impressionanti le foto di queste donne di mezza età, dal viso completamente storpiato da eccessivi interventi e da espressioni ammiccanti.

Scorrendo le immagini, mi chiedo se questa sia davvero bellezza, obiettivamente io non le trovo belle, impressione confermata anche da alcuni amici uomini interrogati sulla questione. La bellezza è soggettiva, non è bello ciò che bello ma è bello ciò che piace. Questo piace? Per lavoro conosco molte persone piuttosto benestanti, alcune di loro (donne, ma anche uomini) non riescono più a muovere gli zigomi ridendo, senza che si formi una strana pallina poco sotto le tempie. La cosa mi distrae talmente tanto mentre parlo con loro,  da rendermi conto che sto fissando inopportunamente quel punto nella certezza che prima o poi quella pallina cadrà davanti ai miei occhi. Se prima lo zigomo basso era un difetto, adesso quella sorta di pallina posticcia diventa fonte di distrazione.

Alla mia giovane età ho poche certezze sul significato di “femminilità”, ma quello che ho capito da poco e dopo innumerevoli “studi antropologici”, è che c’è solo una cosa che ci rende davvero belli. Una cosa che una volta, ottenuta, o solo sfiorata, permette di attirare persone a sé. La parola con cui sono riuscita ad etichettarla è “consapevolezza”: il sapere chi siamo, cosa ci piace, quali sono i nostri difetti e come quei difetti siano un’imperfezione che rende il pezzo unico. Forse banale. Specialmente detto adesso che la mia pelle ancora regge.

Qualche giorno fa ho conosciutola Signora Schneider (nome di fantasia!) 80 anni, caschetto perfetto, perle, vestiti di chiffon, matita nera e immancabile rossetto rosso. Viene ogni anno a Pesaro per il Rossini Opera Festival e per “manciare spachetti allo scoglio”. Un giorno è scesa con il suo copricostume a fiori, collo alla coreana, maniche rigirate, piedi nudi laccati di rosso. Non un uomo è rimasto impassibile. Bella come una diva anni ’60. Camminava come se non si accorgesse del potere di attrazione che aveva sugli altri. Camminava. Gli altri la seguivano.

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