Doggie FlippedA volte piccoli fatti svelano i veri modi di funzionamento delle macchine o delle burocrazie e delle organizzazioni che a noi sembrano spesso misteriose e insondabili come i ministeri. Questi fatti possono sorprenderci, soprattutto quando si assiste a vere, inaspettate sorprese.

Antefatto

Accade che un episodio involontariamente comico racconti il livello di improvvisazione che regna nei ministeri che dovrebbero promuovere la risorsa più preziosa che abbiamo in Italia, arti e tipicità del nostro meraviglioso e inimitabile patrimonio eno-gastronomico.

Nei giorni scorsi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha pubblicato un bando per un assegno di ricerca sul progetto “Dalla pecora al pecorino. Tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano”. Per dare al bando  una veste più rispondente alle norme comunitarie si è pensato giustamente ad una doverosa traduzione in inglese. Purtroppo però, invece che preoccuparsi di trovare un interprete di adeguata preparazione, l’incauto funzionario ha pensato bene di ricorrere ad uno dei tanti traduttori on line.

Così “Dalla pecora al pecorino” è diventato “From sheep to Doggy Style” dove il Doggy Style è una cosa che somiglia molto poco ad un formaggio ma assume la plastica posa di due amanti disposti in una certa posizione del Kamasutra più nota come “pecorina”…

Naturalmente dopo la figuraccia si è fatto ricorso ad un traduttore in carne ed ossa che ha suggerito di lasciare la denominazione del formaggio così com’era arrivando faticosamente ad un meno erotico ma più rispondente “From sheep to pecorino”.

Epilogo

Lo stesso Ministero, diffonde una nota, in cui fa una cosa semplicissima, degna di un paese civile, che finalmente non ci fa vergognare come i precedenti di Berlusconi, Gelmini e compagnia: chiede scusa, addirittura ironizza sui propri errori, e ringrazia i cittadini e le testate che hanno segnalato la svista.

Finalmente. Evviva.

#vogliounpaesenormale.

 Pereira

5 Commenti

  1. Ho visto solo due frammenti del festival, in entrambe le occasioni è apparsa, ahimè, la solita Emma. Non so se meritasse di vincere per la canzone, di sicuro, anche senza aver visto le scarpe degli altri concorrenti, ha meritato il titolo di “Scarpe più brutte del festival” in perfetta antitesi con Resistere al brutto.

  2. Rettifica: ho appena saputo che Emma Marrone ha vinto il festival di Sanremo. Evidentemente i tempi non stanno cambiando in meglio:-)

  3. A mio avviso i due episodi – questo della traduzione e quello del comunicato della Gelmini sul tunnel tra Svizzera e Abruzzo per i neutrini – hanno un livello di gravità un po’ diverso. Il secondo direi che è parecchio più allucinante del primo! Però, Giacomo, hai ragione: fosse successo alla Gelmini o alla Brambilla o a Bondi(!!) la stampa avrebbe infierito per giorni montando chissà cosa. Bene, credo che vada giudicato come un altro piccolo segno dei tempi che cambiano (in meglio speriamo).

  4. @Giacomo
    “E se c’era ancora la Gelmini al ministero? Naturalmente l’avremmo massacrata”.

    Caro Giacomo, il post era inizialmente costituito da quello che lei ora legge come “Antefatto”, mi sembra abbastanza sarcastico e non indulgente, anzi.
    Poi è arrivata la notizia delle scuse e siamo stati costretti a rivederne la forma.
    Il mio intento era esattamente quello di porre la sua domanda:
    “E se c’era la Gelmini? Avrebbe avuto il coraggio di fare un comunicato come quello? Ne sarebbe stata in grado la ministra? O avrebbe sposato lo stile reticente-difensivo-mafioso del suo capo?”. Io, visti i precedenti, so cosa rispondere. Ma ognuno deve trovare la sua risposta.

  5. Bellissima news ed effettivamente come scrivi, bellissima anche la nota con cui il ministero ironizza su se stesso e chiede scusa.
    Al tempo stesso però ho un’altra riflessione.
    E se c’era ancora la Gelmini al ministero? Naturalmente l’avremmo massacrata, la news sarebbe finita ovunque e non si sarebbe parlato d’altro.

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