Bicicletta innevata.ATTENZIONE! Interrompiamo le trasmissioni per il sopraggiungere di una notizia sconvolgente: è febbraio e, nell’emisfero boreale, è inverno. Se ciò non bastasse, nelle zone temperate di detto emisfero, nevica!E pure abbondantemente.
Incredibilmente la notizia pare non aver sorpreso alcune nazioni del nord Europa -che ci sia una congiura del silenzio?- mentre in Italia essa ha avuto il giusto rilievo ed ha gettato nello sconcerto intere città e regioni.
In molti luoghi i treni si sono fermati, le scuole sono rimaste chiuse, le strade ingombre di neve.
Confesso che io stesso, reso irrazionale dallo stupore, ho montato i pneumatici invernali e tengo -pensate- una pala in auto.
I soli cittadini romani -stante alle informazioni giunte in abbondanza nel resto della penisola- hanno coraggiosamente tentato di far finta di nulla, usando le auto per i loro spostamenti quotidiani (prive, com’è logico, di gomme antineve) e provando -immagino- a parcheggiarle, com’è d’uso tradizionale, in seconda fila.

Del resto tanta imperterrita coerenza ha tratto coraggio dal fulgido e virile esempio dal Primo Cittadino Alemanno ghiacciato che non ha perso un minuto a tentare risposte irrazionali, quali organizzare squadre di spalatori o chiudere scuole e uffici pubblici fin dal momento in cui era stata prevista la nevicata, ma si è immediatamente impegnato nel più diffuso ed amato sport nazionale, lo scarica-barile, aprendo una vigorosa polemica con il responsabile della Protezione Civile. Il quale, gli va riconosciuto, ha contrattaccato da par suo, restituendo al Comandante in capo dell’Urbe pan per focaccia. Insomma, una lotta tra veri titani della lungimiranza e del buon governo.

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E pensare che l’esimio Alemanno era, nel frattempo, impegnato anche su un altro impervio Fronte (no, non più quello della Gioventù … sebbene …): quello di sostenere agli occhi del mondo l’adeguatezza dell’organizzazione romana (ed italiana) ad ospitare le Olimpiadi.
Per inciso, pare che potenti e maligni membri del complotto demo-pluto-massonico-giudaico abbiano costretto il governo ed il Presidente Monti (ma forse quest’ultimo è parte attiva di suddetto complotto) a bocciare la luminosa iniziativa che avrebbe riportato gli antichi fasti sulle rive del Tevere e, probabilmente, risolto definitivamente il problema del traffico della Città Eterna in un unico, enorme, ingorgo dove le auto sarebbero state costrette all’immobilità fino al giorno in cui le piogge acide non le avessero definitivamente disciolte.

trafficoTornando alla neve, i cittadini romani -almeno quelli intervistati dalle televisioni (ma forse queste ci mostrano solo la parte migliore del paese)- hanno gagliardamente accolto la sfida al gioco lanciato dal Campidoglio, inondando di accuse il Comune ed il suo Capo: per esempio di non aver investito abbastanza nell’acquisto degli spazzaneve, i più coraggiosi hanno avanzato una provocazione da far tremare i polsi anche ai più temerari responsabili della pubblica viabilità: a Roma si ferma tutto per trenta centimetri di neve, allora cosa dovrebbe succedere in Svezia?
E qui, il pur encomiabile Sindaco ha mostrato la sua debolezza: “In Svezia ci sono abituati”, si è difeso, dimenticandosi che nello sport dello scarica-barile la difesa è già sconfitta. Ah, come avrei voluto suggerirgli il contrattacco: “e voi, cittadini dei miei stivali [un po’ di durezza ci voleva e poi una citazione degli stivali da parte di Alemanno ci sta sempre bene], quante pale da neve avete in casa?”
Del resto quello che è mancato al Sindaco romano è stato l’esempio solidale di molti suoi colleghi. Basti pensare all’etereo Pisapia che, con la sua parlata bolsa, sosteneva che a Milano non vi erano stati problemi, quasi a lasciare intendere che con un po’ di esperienza e una buona organizzazione si possono fronteggiare anche contingenze relativamente rare. Un vero traditore! Un pusillanime rinunciatario, incapace di raccogliere la sfida del virile gioco dello scarica-barile!
Duomo sotto la neve, Milano.

A Bologna sono stato testimone di un increscioso episodio: una distinta signora sulla settantina che, mentre pala in mano cercava di disseppellire la propria auto da un cumulo di neve aiutata da alcuni vicini solidali, ha esclamato: “Per fortuna tanta neve così capita una volta ogni trent’anni. Vedrai che la prossima volta non mi frega mica, veh!”
Quanta imbelle rassegnazione in questa frase! Quanta arrendevolezza di fronte a eventi che per la loro eccezionalità possono essere previsti, ma i cui esiti sono forse solo parzialmente evitabili.

E quale triste esempio da parte dei suoi concittadini che invece di inveire audacemente e mascolinamente protestare contro la municipalità, il governo, l’Unione Europea, gli immigrati e la globalizzazione, si dedicano a risolvere di propria iniziativa, con un atto di rammollita solidarietà, il problema della vecchietta!Spalare la neve.
Interrogato in proposito, uno di loro ha osato sostenere che in tali circostanze la città poteva essere “messa in ferie”, come se fosse un Ferragosto qualsiasi, per concentrare tutti gli interventi in quelle realtà (come certe località di montagna) ove le condizioni climatiche creavano davvero gravi disagi e pericolo per le persone.
Sono certo che condividerete con me, viceversa, l’ammirazione verso chi non accetta limiti né limitazioni di alcun tipo e che, di fronte all’impossibilità di fare sempre e comunque ciò che vuole, ha bisogno di individuare colpe e colpevoli.

Post scriptum: Chiedo scusa ai tanti cittadini romani, dotati di senso civico, che con pazienza e sacrifici hanno affrontato una situazione che ha reso ancor più difficile la già tanto problematica viabilità cittadina che potrebbero sentirsi derisi. Il mio articolo vuole stigmatizzare non già i “romani”, ma quei tanti Italiani, Alemanno in testa, che non ce la fanno proprio a declinare “la responsabilità” alla prima persona singolare.
Altrettanto, non voglio negare le oggettive responsabilità di un sistema di protezione del territorio che è notoriamente disastroso ed esprimo tutta la mia solidarietà e comprensione per chi tanto ha sofferto in queste circostanze.

2 Commenti

  1. A Urbino 2 botte di neve da 140cm ciascuna nel giro di pochi gg.
    Nel centro storico vicoli con oltre 2 mt di neve e tetti colmi ,con ghiaccioli pendenti lunghi più di 1 metro.
    Dicono che è accaduto un evento simile circa sessanta anni fa .
    Io c’ero …ma non ricordo.
    Mi ha colpito la paura irrazionale della gente.
    Ho ricevuto tante telefonate di persone che temevano il crollo del loro tetto.
    Ho rassicurato tutti… ovviamente.
    Mia moglie mi ha detto: ma chi sei un mago?
    No , le ho risposto, ma conosco come si comportano le strutture in questa situazione !

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