A proposito di https://radiopereira.it/2012/04/dove-sono-finiti-i-cattolici.html la nostra affezionata lettrice mi sollecita commentando:

Caro Pereira,

credi davvero che gli esempi che hai riportato rappresentino la sostanza dell’essere cattolici? In ogni situazione ci sono le derive ed i mercenari, ma questi non sono mai rappresentativi dei valori di cui portano, molto indegnamente, la bandiera. Questo vale anche per i cattolici.

Mi piacerebbe un confronto sui valori e sugli ideali e non una lapidazione di un gruppo a partire dagli errori di alcuni suoi componenti. Non credo che esista nessuna categoria “perfetta”. Nemmeno i cattolici.

Cara Blade Runner,

è inevitabile che in certi casi come quello dell’influenza cattolica nella vita del paese si usi il termine “cattolici”. Con questo si intende una maggioranza di persone che si rifanno a determinati valori (che fra l’altro non sono necessariamente cattolici). Dall’idea che mi sono fatto di lei nei Suoi commenti direi che Lei non appartiene a questa maggioranza. Purtroppo quelli come Lei non sono maggioranza. Non ce la vedo, Lei come Vito Mancuso o Padre Bianchi a impedirmi di avere un figlio con l’inseminazione artificiale o a inserire in questa legge crudeli limiti di numero di embrioni. O ancora  a costringermi ad emigrare in un altro paese per fare una fecondazione eterologa.

È questo un esempio fra tanti in cui si può vedere operare i “cattolici” che pretendono di imporre la loro morale – attraverso leggi che obbligano tutti – a chi non intende genuflettersi alla loro Chiesa o non prova fede per il loro Dio.

Detto questo non credo affatto che gli esempi fatti nell’articolo in questione rappresentino “la sostanza” dell’essere cattolici, tantomeno di “tutti” i cattolici. Se mi chiede cosa cosa mi aspetto di trovare in un vero cattolico… Certo mi aspetto più di trovare Lei che un ciellino affarista, ma statisticamente che percentuali di successo ho? Perché quella quota di cui Lei – felicissima eccezione – fa parte è così silenziosa?

I motivi della mia delusione sono legati al fatto che una comunità che ha la pretesa di imporre la sua morale agli altri cittadini del Paese dovrebbe come minimo vigilare perché proprio all’interno di quelle comunità i principi cristiani vengano rispettati ferocemente.

Invece noto che un cattolico con ruoli pubblici può rubare, accompagnarsi a minorenni a pagamento, fare viaggi milionari a sua insaputa senza ricevere alcuna osservazione pubblica da alcuno. Tantomeno una scomunica papale… In quei casi tutto precipita in una dimensione misteriosamente privata. Per non parlare di quando in gioco c’è un prete pedofilo. La chiesa diventa improvvisamente un muro di gomma.

Ancora, che responsabilità si assumono i cattolici sani di fronte a comportamenti e addirittura “strutture” cattoliche che operano con principi ambigui e spesso lontani dalla parola di Dio? E’ sufficiente che allarghino le braccia? O dobbiamo pensare che abbiano il dovere di pensare a sistemare la questione dei peccati in casa loro prima di pretendere di imporre la loro etica agli altri?

Padre Carròn, presidente di Cielle, in questi giorni ha scritto a Repubblica una lettera che Gad Lerner http://www.gadlerner.it/2012/05/03/la-sofferenza-di-comunione-e-liberazione.html

– estensore dell’articolo sullo stesso giornale – apprezza molto scrivendo:

“Qualche pretesto dobbiamo averlo dato”, riconosce il presidente della Fraternità ciellina, se il movimento “è continuamente identificato con l’attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che fare con quello che abbiamo incontrato”, cioè con l’esempio del fondatore don Luigi Giussani. Abituati come siamo allo scaricabarile, alle teorie della “mela marcia” o del complotto, è davvero sconcertante questa assunzione di responsabilità personale e collettiva.

Quello che Lerner apprezza io lo trovo micidiale – direi “diabolico” se non corressi il rischio di incorrere in incomprensioni. Il finissimo prelato parla al passato con una intelligente distinzione temporale.

“Qualche pretesto dobbiamo averlo dato” vuol dire: abbiamo sbagliato, non abbiamo vigilato, ma noi ovviamente non siamo questi. In realtà però, dopo aver girato la testa dall’altra parte per anni di fronte a quanto fatto da Roberto “Purocomeacquadifonte” Formigoni e dal braccio operativo-affaristico di Cielle, cioe Compagnia delle Opere, oggi con questa frase di apparente pentimento lo stesso Carròn torna a girare la testa dall’altra parte di fronte al fatto che il sistema Cielle-CdO è a tutt’oggi una organizzazione ferrea con tanti Formigoni quante sono le province italiane. Tutti “Purocomeacquadifonte”.

Non vorrei che un domani Carròn arrivasse a scoprire con sorpresa anche questa realtà…

Quindi  non mi sta bene che in certe circostanze i cattolici (intesi come corpus elettorale) decidano per gli altri secondo un’etica assurdamente rigorosa e oscurantista e quando c’è da chiedere a un cattolico illustre o a un prete di rendere conto tutto diventa fumoso… per non aprire poi il capitolo dei vantaggi (privilegi illegittimi?) che può ottenere un cattolico che cerca un lavoro facendosi raccomandare da un vescovo o da un Formigoni locale. Mi chiede sempre: in quegli innumerevoli casi, dopo, si confessano?

Intendo dire, cara Blade Runner che se tutti i cattolici fossero come Lei, non avrei mai scritto quell’articolo, e neanche questo ma anche che mi aspetto da voi una maggiore risolutezza nel pretendere dentro la vostra grande comunità una maggiore coerenza.

a presto,

Pereira

1 commento

  1. Caro Pereira,
    innanzi tutto grazie per la risposta e per accogliere anche le voci fuori dal coro.
    Personalmente divido i cristiani (categoria piu’ ampia e che quindi preferisco) in cristiani di nome o in cristiani di fatto. Se consideriamo solo quelli di fatto forse le considerazioni sarebbero diverse. Sicuramente anche quella non e’ una categoria infallibile ma dovrebbe essere maggiormente coerente. In tutti i modi concordo col fatto che la voce di questi dovrebbe levarsi piu’ alta. Esiste anche un’altra Chiesa, diversa da quella da Lei osservata, fatta di piccole realta’ che nessuno considera ma con persone che spendono la loro vita per i deboli e senza voce. Sicuramente questi non sono valori esclusivi dei cristiani ed e’ per questo motivo che credo che un dialogo costruttivo fra gli onesti e le persone di buona volonta’ sarebbe meraviglioso. Grazie per i complimenti che mi fa, negli ambienti che frequento ci sono persone di grande umanita’ che sono esempi di cattolici molto migliori di me.
    Le auguro sinceramente di vederli anche attorno a se.
    A presto

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