Cristina Principale, fotografa, specializzata in storia dell’arte contemporanea con una tesi in Psicologia dell’arte e coautrice di godocolcolce.it, debutta come curatrice della nuova sezione Arte di Radio Pereira con un articolo sul nostro già amatissimo Perepepè.

ci viene incontro a km zero_fotografia Cristina Principale

Conosco quasi a memoria Sostiene Pereira e da molto tempo frequento suo “figlio” Radio Pereira, tanto che mi ispiro all’uno per introdurre le mie riflessioni e ringrazio l’altro dello spazio per pubblicarle.

<Sostiene Pereira che da principio si mise a leggere distrattamente l’articolo, poi macchinalmente tornò indietro e ne ricopiò un pezzo. […] Sostiene che non lo ricopiò tutto, ne ricopiò solo alcune righe che sono le seguenti e che può documentare.>

Da qualche settimana ho iniziato a lavorare con Paolo Paggi per Mitologie Urbane, un progetto di residenza per giovani artisti che fa parte di Perepepè,sia caldo l’autunno della mia cittàDalle sue parole e ancor prima da quelle di Andrea Marzi ho intuito elementi di grande interesse e originalità nella formula che si propone: uno spazio museale che diventa punto di incontri, piazza. Piazza aperta, per il primo mese d’autunno, agli artisti in mostra, a quelli in residenza e al pubblico, per raccogliere opere d’arte contemporanea, narrazioni, microstorie locali, cinema, musica e cibo. Quasi tutti a km 0, rigorosamente ispirati al tema del territorio. Mi è sembrato subito l’approccio migliore per avvicinarsi alle espressioni artistiche di una città da scoprire. Così il 17 giugno sono rimasta affascinata dal titolo di un articolo firmato da Walter Santagata della Domenica de Il Sole 24 ore“LE RISORSE DEL TERRITORIO Arte contemporanea a km zero”,  che a miei occhi ha rivelato ancor più l’importanza della loro linea critica. Trovo che le considerazioni dell’autore sulle necessità contingenti dell’arte contemporanea siano strettamente attinenti con l’etica del progetto. La filosofia del “km zero” si basa sulla consapevolezza del consumatore che ripone fiducia nel proprio territorio da promuovere, e mantiene queste stesse connotazioni declinandosi su diverse categorie di prodotto, anche quello culturale. Seguendo l’articolo, ho colto la grande attualità dell’idea di residenza artistica; i sentimenti che hanno mosso la scelta del laboratorio residenziale, come della mostra Diaries di No-r-Way e delle venti serate vivaci curate dal Quilombo e Radio Pereira, corrispondono in larga parte ai principi della filiera corta analizzati da Santagata, per la cultura come per il cibo sano. La forza risiede nell’attenzione degli organizzatori all’essenziale e al sostenibile, in una tensione in-clusiva diametralmente opposta a quella es-clusiva dell’arte contemporanea e dei luoghi che solitamente la ospitano. In quest’ottica infatti il progetto di residenza – a Pesaro – degli otto artisti di Mitologie Urbane, prevede uno specifico lavoro di approfondimento sui racconti della città, in rapporto quotidiano, umano e intellettuale con i suoi abitanti per tre settimane. Durante la quarta settimana le opere saranno in mostra nello stesso luogo in cui saranno prodotte. Infatti “un effetto importantissimo – del contatto a km zero – è la creazione di rapporti diretti con conseguente produzione di fiducia reciproca e cooperazione”. In ogni mercato accorciando la distanza tra il produttore e il consumatore si avvicinano materialmente la richiesta e l’offerta, svelando esigenze reciproche. Azzerare l’intermediazione tra gli artisti e il pubblico pare oggi essere la spinta, finora debole, per migliorare il rapporto complesso con l’arte contemporanea, che appare spesso autoreferenziale. Un legame diretto con le giovani forze dell’arte spinge invece a un autentico confronto che manca nel sistema del mercato internazionale con filiera lunga, che da alcuni decenni destabilizza il pubblico. L’idea di regalare a Pesaro uno specchio in cui guardarsi, costruendo ognuno con la sua libera partecipazione un’immagine personale della città, è l’occasione per i cittadini di riappropriarsi di una identità su cui investire. “Sia chiaro, questa nuova dimensione non va nel senso di provincializzare la creazione di idee, ma […] di costruire un sistema locale”. Come sostiene Santagata, in Italia il concetto di filiera d’arte a Km zero non è ancora sviluppatoma questa logica “vicina alle politiche che aprono al dialogo tra culture, e che rendono i collezionisti e gli amanti dell’arte partecipi di un processo artistico”, potrebbe generare “un luogo d’incontro, attraverso nuove reti di relazione, attraverso continui e ripetuti scambi tra gli attori dell’arte. L’intuizione del circuito Perepepè e del sistema Mitologie Urbane, l’uno dentro l’altro, è andare incontro a una urgenza comune nel pubblico: un avvicinamento. Questo è possibile con una comunicazione sintetica, con la possibilità di vivere un’esperienza personale con l’arte, per comprenderla e raccontarla a proprio modo ma soprattutto col rispecchiarsi nelle tipicità territoriali in nome della glocalizzazione. Pesaro offrirà questa possibilità. I fruitori in questo caso avranno modo di testimoniare il lavoro degli artisti in corso d’opera, accedendo allo spazio museale mentre si riempirà delle opere in produzione, rendendosi elemento strutturale della filiera con la stessa responsabilità di chi cura i prodotti della sua terra e ne garantisce la genuinità.

Così come previsto, dal 22 settembre al 21 ottobre, “la scommessa è dunque di vivere immersi in un universo artistico che si compie nel mondo in cui viviamo ogni giorno”.

Cristina Principale 

 

 

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