Radio Arte è ancora sintonizzata con i centri urbani nei quali l’arte contemporanea prende spazio laddove prima non ne aveva. Ed è in concomitanza con la terza edizione di Perepepè, promosso e sostenuto proprio da Radio Pereira per sensibilizzare sugli interventi artistici legati ai luoghi pubblici della città, che vorremmo raccontare anche di altre iniziative che si basano “sul confronto e il dialogo tra i linguaggi dell’arte contemporanea e la vita quotidiana dei non addetti ai lavori”. L’idea di fondo che sembra guidare queste operazioni culturali è ben sintetizzata da Beatrice Merz: “in Italia sta emergendo una base di piccoli centri che fanno grande tutto il Paese. Questa è la rete che funziona, perché ancorata al territorio. […] La contemporaneità non è un problema da museo. Noi di contemporaneità, viviamo”. Continuiamo dunque a occuparci del territorio tarantino, come in altre scorse puntate, con reale interesse e amore vero. Si tratta di “Open doors to art. L’arte contemporanea nei luoghi del quotidiano”, un progetto d’arte pubblica a Palagiano in provincia di Taranto proposto dall’associazione culturale StartArt. Si è sviluppato attraverso il bando d’idee “Principi Attivi” promosso dalla Regione Puglia, invitando tre artisti italiani – selezionati da dodici giurati – a risiedere per tre settimane, a partire da metà settembre 2014, in questo piccolo centro con 16.000 abitanti e una sola biblioteca. Paolo Carta, Maria Grazia Carriero e Angela Colonna hanno vissuto e lavorato sul territorio, chiamati a creare lavori che ne penetrassero l’essenza. Le tre installazioni sono state presentate e offerte alla cittadinanza domenica 5 ottobre. A curare Open doors to art, Manuela e Maria Rosa Goffredo e Lorenzo Madaro. Abbiamo chiesto ad un residente di Palagiano, attento fruitore di arte contemporanea, di descriverci le opere realizzate, così da mettere in atto concretamente quel meccanismo di coinvolgimento e stimolo insito nel progetto. Ha risposto al nostro vivo interesse visitando e illustrandoci il percorso espositivo in occasione dell’inaugurazione. Ed è soprattutto in questo che crediamo possa manifestarsi il rapporto tra le espressioni artistiche, gli spazi cittadini e la quotidianità: misurandosi con lo sguardo e le parole di chi li vive.
Tempo di lettura previsto: 4 minuti
Palagiano, 05/10/2014
S.L.: L’inaugurazione si è svolta nella centrale Piazza Vittorio Veneto di Palagiano; dopo i consueti ringraziamenti alle autorità che hanno appoggiato il progetto di residenza e alle figure coinvolte nell’organizzazione, nonché ai privati cittadini che hanno accolto e ospitato gli artisti durante la loro ricerca in loco, è seguita una promenade collettiva volta a presentare le installazioni, collocate in alcuni siti del centro del paese.
La prima opera di Paolo Carta dal titolo “Giardino della Stornara (Palagiano arboreal habitat)” consta di cinque fioriere realizzate a mano e sagomate di modo che tutte insieme disegnino il profilo topografico della riserva naturale della Stornara; all’interno di queste sono stati piantati ed innaffiati alcuni esemplari tipici della flora locale (mirto, rosmarino, caprifoglio, salsapariglia, romulea ed altre). Oltre che nella scelta della vegetazione, la specificità di quest’opera sta nel coinvolgimento di alcuni abitanti del posto che hanno partecipato spontaneamente sia alla prima fase (realizzazione delle fioriere) sia successivamente (durante l’inaugurazione) alle operazioni di interramento ed annaffiatura delle piante. L’opera si pone quindi al centro di un triangolo sinergico i cui vertici (autore-sito-popolazione autoctona) hanno interagito per la sua genesi (attraverso la realizzazione delle fioriere e l’interramento delle piante) e per la sua continuità (mediante l’atto dell’annaffiare).
La seconda opera di Mariagrazia Carriero è un video intitolato “Darkness” proiettato sulla facciata dell’ex-mercato coperto. L’artista ha proposto una sequenza filmata di interviste rivolte ai palagianesi, imperniate su dialoghi relativi a due figure che, pur appartenendo al mondo della superstizione, rappresentano una tradizione ancora molto viva nell’immaginario collettivo del paese: ‘u municaciedd (il monachello) e ‘a jura (intraducibile!), due spiritelli dispettosi, ritenuti responsabili di piccoli malesseri (mal di testa, cali di pressione, affanno) e portatori di disgrazie, come malattie o addirittura morte di animali domestici e persone. Fanno da contorno e scenario a queste testimonianze di vita “vissuta” alcune riprese di ambienti tradizionali (vecchie scalinate, ricoveri di animali da allevamento), e attuali (come abitazioni moderne, esercizi commerciali) che rappresentano quanto questa credenza sia ancora fortemente radicata tanto da unire trasversalmente tre generazioni.
La terza installazione, dal titolo decisamente simbolico “I fatt’” è ad opera di Angela Colonna; si sviluppa nella cornice del palazzo baronale, edificio-simbolo del centro storico di Palagiano, in un piccolo atrio prospiciente la pubblica via dove è stata allestita quella che oggi definiremmo una “parete attrezzata”, realizzata con le tipiche cassette di legno utilizzate per contenere la frutta destinata ai mercati. Ogni elemento costituisce una teca che contiene una raffigurazione delle antiche consuetudini del paese: vecchie fotografie, illustrazioni di oggetti e di attività ora in disuso, trascrizioni di usanze e “proverbi andìche” (proverbi antichi). Colonna sonora di questo gioco di scatole cinesi in cui il contenitore si fa contenuto di tradizione (il palazzo baronale, le cassette di legno, i reperti scritti-visivi) è un florilegio di testimonianze registrate fra gli abitanti, proprio su quei costumi lì rappresentati.
L’arte in provincia fiorisce sulle radici antropologiche e ne fa testimonianze culturali, si avvicina a chi non la conosce e si apre alla città con onorevole disponibilità.
A cura di Cristina Principale