Non è affatto semplice trovare un dato certo sul numero di morti per radiazioni a Fukushima. Senz’altro la terribile tragedia dello tsunami non aiuta a fare distinzioni e a dare cifre esatte. Sono note, invece, le stime sul disastro nucleare, secondo le quali nei prossimi 50 anni potrebbero essere fino a 1.300 i morti per radiazioni e fino a 2.500 casi di cancro.
Già il 21 marzo 2011 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che “le radiazioni provocate dal disastrato impianto nucleare di Fukushima ed entrate nella catena alimentare sono più gravi di quanto finora si fosse pensato“.
Migliaia sono le persone evacuate. Ma ora, a distanza di un anno e nove mesi dall’incidente, il Governatore dell’area del Giappone devastata dall’incidente nucleare ha deciso di sospendere gli aiuti alle famiglie che vogliono lasciare la zona. Così una mamma, Tokiko Noguchi, decide di lanciare un appello per chiedere aiuto al mondo. Su Change.org, la più grande piattaforma di petizioni online, questa mamma coraggiosa e disperata racconta: “[…] la prefettura di Fukushima ha appena annunciato che il 28 dicembre ritirerà i sussidi concessi alle persone che vogliono andare a vivere al di fuori dell’area di Fukushima. Il giorno in cui ho saputo che il governo avrebbe smesso di fornire gli aiuti, ho ricevuto un’ altra cattiva notizia: i test del cancro alla tiroide di mio figlio avevano rivelato la presenza di tumori di piccole dimensioni. Sono molto spaventata e preoccupata per come le radiazioni della centrale stiano colpendo i miei figli.”
Sono molte le famiglie che hanno ancora la speranza di poter andare via e di salvarsi. Molti sono in attesa che i figli finiscano la scuola, a marzo, per partire e non tornare più. Finora chi è riuscito a trasferirsi e a ricominciare una vita normale da un’altra parte lo ha fatto grazie alle sovvenzioni statali. L’obiettivo di Tokiko è raggiungere 75.000 firme. Poco, dopotutto.
Se in Italia bastassero le raccolte di firme per risolvere tante, troppe defezioni ed ingiustizie, anche solo legate alle nostre catastrofi – naturali e non -… vivremmo in un Paese civile. Ma proprio perché capiamo bene cosa si provi a sentirsi lasciati soli da un Governo che pensa ad altri e “alti” interessi, aiutare Tokiko e Fukushima sembra un’inezia, un gesto semplice quanto scontato.
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