
Perdere un derby può essere un brutto colpo al cuore, ma anche un modo per rimettersi nella giusta carreggiata e riassettare i propri equilibri. E’ quello che è successo dopo la sconfitta della Vis Pesaro nel derby contro il Fano. Nonostante l’amara sconfitta, la delusione non si è sfogata in violenza inutile ma in idee per il futuro; infatti sui social network e sulla carta stampata sono apparsi tanti interventi positivi e proposte, da parte dei tifosi biancorossi, al fine di migliorare la squadra della propria citta, come ad esempio favorire un maggior afflusso di pubblico oppure migliorare a livello dirigenziale.
Da buon tifoso, pure il sottoscritto non ha perso tempo scrivendo una sorta di “bozza progettuale” non solo destinata al calcio pesarese, ma a tutto lo sport di Pesaro.
Il calcio, il basket, la pallavolo e lo sport in generale rappresentano per Pesaro un’opportunità per migliorare il nostro sistema sociale locale e valorizzare la qualità della vita dei cittadini. Pesaro e lo sport sono legati a una tradizione antica che oggi dobbiamo rispettare e proseguire nel migliore dei modi. In particolare ci sono due punti che andrebbero sempre rispettati, a prescindere dal colore dell’amministrazione comunale:
– incentivare i progetti delle squadre cittadine che vogliono investire nel territorio;
– garantire a tutti i cittadini la libertà di praticare dello sport.
Ritengo che lo sport non debba essere solo un business, che spesso è in mano a una piccola e chiusa oligarchia, oppure vivere con un progetto senza obiettivi e ambizioni, ma figurare come il motore di una comunità e un buon maestro nella crescita dei nostri figli. Ed è per questo che lo sport pesarese abbia bisogno di elevarsi a “bene comune”, quindi puntare a “democratizzare” la gestione delle società valorizzando quell’idea che i sostenitori e i cittadini debbano essere i primi proprietari e i protagonisti di ogni realtà sportiva. Soprattutto in questo contesto storico, dove la crisi economica non permette più i fasti di una volta, le dirigenze delle società non possono esimersi al cambiamento, trasformando il proprio assetto da piramidale a orizzontale. Così facendo si promuoverebbe un coinvolgimento popolare e, con l’inserimento di rappresentanti dei supporters nel consiglio d’amministrazione delle società, si responsabilizzerebbero i sostenitori e i relativi club e/o gruppi organizzati.
La nostra amata Vis Pesaro che, a mio avviso, dispone di una dirigenza dinamica e innovativa potrebbe fungere da trampolino di lancio nel contesto sportivo pesarese per avviare un nuovo modo di gestione, sicuramente più attuale e vicino alle esigenze dei sostenitori e del territorio.L’azionariato popolare e altri strumenti di gestione democratica delle società possono sembrare un’utopia difficile da realizzare concretamente, ma non è così. Ad esempio, in Germania l’azionariato popolare è diventata legge, infatti nessun club della Bundesliga può avere un singolo azionista che detenga più del 50% delle azioni della società.
«Che cos’è un alibi? È dire che non posso fare questo, non perché non ci riesco, ma perché c’è qualcosa che me lo impedisce e che io non posso modificare. Qualcosa di più grande di me».
J.Velasco ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo
Alessandro Panaroni
– tifoso –