Parte 1

Berlusconi e Tremonti sono nella stessa barca.Cari amici, bentrovati! E’ passato un pò di tempo dall’ultima puntata andata in onda, e devo dire che, seppur a malincuore, sembra proprio che debba fare la figura dell’uccello del malaugurio! Eh si, perchè molte delle sventure paventate qui, su Radio Pereira – nella prima serie di 4 puntate di questa trasmissione, dal titolo “Alla faccia della ripresa” – paiono essersi avverate.

In realtà però non penso di rientrare nella categoria delle Cassandre, quanto piuttosto credo che tutto già si sapesse, e bastava solo volerlo vedere! Ma veniamo con ordine a ripescare questi indizi che avevamo già accennato. Nella prima puntata era finito sotto la nostra lente il rischio crescente di stati come la Grecia, la Spagna, e l’Ungheria. Ebbene da allora abbiamo assistito proprio all’esplosione dei rischi connessi ai debiti ed ai conti disastrati degli stati sovrani, a partire proprio da questi tre.

La Grecia ha infatti reso necessario un intervento congiunto di Unione Europea e Fondo Monetario, perchè altrimenti non sarebbe riuscita a ripagare al mercato diverse tranches di bond, di obbligazioni statali, di prestiti insomma. A Spagna e Portogallo sono state abbassate ancora le valutazioni dalle agenzie di rating, che le ritengono sempre più a rischio di insolvibilità. L’Ungheria in questi giorni ha confessato di avere i conti molto più in disordine di quello che aveva fatto credere, e un caso simile sembra toccare pure la Bulgaria, per cui l’Unione europea comincia a mandare pool di statistici a controllare i bilanci di questi stati!

Sciopero in Grecia.

Tutto ciò con alcune conclusioni ovvie: la prima, il crollo dell’euro fino a livelli che non toccava da anni, visto il rischio sistemico di tanti dei suoi stati; la seconda, quella di gettare i mercati nel panico, riportando anche questi ai valori della crisi del 2009; e per ultima, la grande difficoltà dei maggiori governi europei, che fino a ieri facevano finta di niente, ed ora allo scoppio di questa nuova crisi per arginare la situazione si trovano a dover concepire misure straordinarie di contenimento dei deficit di bilancio e dei debiti pubblici.

Insomma avevamo ragione noi a dire che la ripresa poggiava su basi d’argilla, visti questi problemi sottostanti, o no? Non dimentichiamo che su questa barca ci sta pure l’Italia, che infatti ha dovuto varare in fretta e furia una manovra correttiva da oltre 20 miliardi…ma come, Berlusconi e soci non dicevano che stavamo messi bene, a conti? Ma soprattutto non facciamoci sfuggire il fatto che, con questi tagli di Tremonti e soci di tutta Europa, chi piangerà saranno i cittadini come noi! Dicevamo anche, infatti, già nella seconda puntata, che le minori entrate fiscali che avrebbero avuto gli stati, a causa della crisi della produzione delle ditte e della disoccupazione dilagante, avrebbero portato a tagli sostanziosi ai soggetti più vicini ai cittadini, ovvero gli enti locali e i ministeri. E così, puntualmente, è stato. Anzi è successo in anticipo, perchè la nuova ondata di crisi ha costretto gli stati a provvedere subito, per non vedersi tagliare ancor più i rating, e per non far crollare ancor più velocemente la moneta europea.

E ciò ha riguardato proprio tutti, non solo i cosiddetti PIIGS – acronimo per Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna – che sono messi peggio degli altri per via dei loro alti debiti, o gli stati dell’est, ma anche i colossi Gran Bretagna, Francia ed addirittura la Germania. E tra i provvedimenti presi, sono arrivati tra gli altri tagli agli stipendi dei lavoratori pubblici, blocco delle assunzioni e degli aumenti salariali, e ritardo delle pensioni. Insomma se la prima fase della crisi, fino all’anno scorso, aveva portato ad una sanguinosa perdita di posti di lavoro, in tutto il mondo, adesso un pò dappertutto si arrivano ad erodere le ultime poche certezze dei lavoratori.

E pensare che all’inizio, con la situazione greca vicina al collasso, gli amministratori dei vari stati si affrettavano ad incolpare le agenzie di rating(che lo ricordiamo sono Standard’s & Poor’s, Moody’s e Fitch per i giudizi negativi che stavano cominciando ad affibbiare in giro per il continente.

Warren Buffett.In effetti è vero che la speculazione ormai alberga ovunque, e il conflitto di interessi e la collusione pure, per cui hanno quote delle agenzie di rating banche, fondi di investimento ed addirittura imprenditori privati, come il multimiardario americano Warren Buffett.

O per fare un altro esempio, attuale e tragico, sapete che nel ministero degli USA che dava i permessi per le trivellazioni marine c’erano esponenti del mondo petrolifero?! C’è da stupirsi se vengono fuori disastri ambientali epocali, come quello della Deepwater Horizon, la piattaforma della BP nel Golfo del Messico…

Deepwater Horizon.

Comunque tornando a noi, si diceva che all’inizio gli stati cercavano di scaricare le colpe ai certificatori di bilancio, le agenzie di rating appunto, come se non avessero davvero conti pubblici da incubo. Salvo poi cercare di correre quasi subito a studiare manovre correttive pesanti e impopolari, come detto prima.

Ma perchè gli stati sono così impauriti da un possibile taglio dei rating, detto downgrade, un abbassamento appunto? Perchè da questo si determina quanto uno stato pagherà per ricorrere al mercato, ovvero avere soldi in prestito nel momento del bisogno. Cioè se il debito di uno stato sovrano viene svalutato, i suoi bond, i prestiti che chiede, varranno meno, saranno meno attraenti per gli investitori, e lo stato stesso dovrà pagare interessi più alti, aggiungendo così altro debito al suo debito, per trovare soggetti disposti a comprarli.

Insomma uno che sta messo male, per convincervi a prestargli soldi, ovvero comprare i suoi bond in questo caso, dovrà darvi una bella ricompensa in interessi, no? Qui si apre il dibattito sull’importanza di riportare i bilanci degli Stati in pareggio, perchè quelle del rigore sarebbero politiche che andrebbero attuate durante le fasi espansive, e non nei periodi di recessione.

Quando l’economia è quasi ferma, o in flebile recupero, avrebbe bisogno di stimoli per riprendersi, e c’è chi pensa che gli stati dovrebbero continuare in questa direzione, magari anche tagliando le tasse. Se invece si asciugano i bilanci e gli investimenti… Però pur costando nel breve qualche cosa in termini di pil, di crescita, mettere a posto i conti avrà sicuramente sul medio – lungo periodo un effetto estremamente positivo, noi crediamo. Più che altro non ci pare ormai essere altra soluzione, vista la spirale che si è innescata di nuova perdita di fiducia nel sistema.

Ma questo sistema, poi, la merita fiducia, o sarebbe il caso di mettere in discussione proprio questo..?

Adesso dobbiamo concludere; entreremo ancor più nei dettagli di questa nuova crisi nella prossima puntata, mostrando come a questo nuovo calo di fiducia si accosti ancora una ripresa che non definiremmo troppo vigorosa…

4 Commenti

  1. @Everardo

    Già… gli spread o differenziali!
    Capita spesso che ti accodi a una iniziativa per migliorare, stando insieme, ma poi , i frutti, li raccolgono solo pochi ! Questo fenomeno avviene spesso anche non in un contesto finanziario e moooolto spesso in politica!
    L’introduzione dell’euro ci ha resi più protetti verso certe tensioni di mercato probabili (tipo energia e via dicendo) ma il vero frutto dell’euro lo ha raccolto Angela Merkel!
    L’euro è stato tagliato a misura del marco tedesco e, per il principio dei vasi comunicanti, la lira, la dracma e via dicendo, trasformate in euro, si sono impoverite.
    I nostri costi aumentano più di quelli tedeschi e perdiamo competitività nei loro confronti.
    Se l’euro avesse realizzato veramente il mercato comune ed equo non ci sarebbero questi differenziali.
    I ns eletti e governanti europei , pagati profumatamente a Brussel, sono delle frane!

  2. Perfetto caro signor Gaioing! Forse faremo una puntata sugli spread, che hanno divorato paesi come la Grecia, la Spagna è pure la Gran Bretagna. Magari ne mostrerò un pò, per vedere come siamo messi in realtà, in rapporto agli altri stati…
    Grazie ancora dell’attenzione!

  3. Dunque..c’è un modo molto semplice per smascherare l’ottimismo profuso da Berlusconi e Tremonti sui conti pubblici, basta far caso a quanto rendono i ns bot rispetto agli equivalenti tedeschi(bund).
    Ebbene, se si fa questa valutazione, ci si accorge che il differenziale (in gergo tecnico spread) tra i 2 strumenti finanziari è circa 180 punti !
    Significa, in poche parole, che l’investitore medio non si fida dei conti di Berlusconi e Tremonti e preferisce dare i propri risparmi in prestito ad Angela Merkel !
    Ma ancora più significativo è il fatto che in pochi mesi questo spread è salito di 110 punti arrivando appunto a 184 e che, per effetto di questo salto repentino, il Tesoro italiano deve ora pagare sul proprio debito circa 1,1% in più (110/100 =1,1%) ovvero circa 22 miliardi di euro !
    Conclusione?
    La manovra di Berlusconi e Tremonti è già stata divorata da quell’ aumento di tasso debitorio !
    Dunque i ns governanti navigano a vista e pensano solo a guadagnar tempo. Ciò accade da almeno 30 anni . L’Italia può crollare ma dopo di noi che intanto ci godiamo il gusto del potere politico!
    Nel frattempo la Banca di Italia stima la corruzione nel ns paese circa 60 miliardi di euro all’anno !

  4. @Dalla Borsa
    Ho scaricato ora l’intervento e me lo leggo con calma…
    il commento domattina. Grazie …Radio Pereira !!!!

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