Fernando PessoaCi sono mille pensieri e sospiri ogni volta che penso a Lisbona, soprattutto ora che si sta andando verso le feste di giugno, quando la città si riempie di odori e colori e il fado esce dalle cantine e riempie le stradine dell’Alfama (ma non solo).

Ma Lisbona è una città da vivere tutto l’anno, da godere nei suoi spazi più vasti e anche più reconditi, lungo il fiume o nei belvedere dai quali si godono viste superbe. O nei suoi locali.

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“Cavaleiro monge” è un testo, stupendo, di Fernando Pessoa. Lo ha musicato il maestro Mario Pacheco, uno dei virtuosi più limpidi ed eruditi della guitarra portuguesa. Nella interpretazione di Mariza apre il cuore e la testa all’emozione più intensa, e la cantante biondo platino non se lo lascia sfuggire a ogni suo concerto. Anche in quello di fronte alla Torre di Belem dove a guidarla c’era quel mostro della musica internazionale che risponde al nome di Jacques Morelembaum.

Ogni volta che penso a questo brano e ad altri che sono stati musicati su versi di Pessoa, entro idealmente al Marrinho dA Arcada, il bar e ristorante che si affaccia sotto i portici di Praça do Comercio e che è un luogo da non perdere per chi viaggia a Lisbona. Anche perché vi si respira la “tertulia” letteraria che ha fatto del Portogallo un Paese molto importante dal punto di vista culturale. Nel locale si respira inoltre e completamente Pessoa; il poeta vi scriveva sui tavolini di marmo, lasciava la sua impronta e la sua firma ove ci fosse posto, e in cambio riceveva un piatto di pesce o delle uova, piatti che ancora ricordano nel nome questo nume tutelare delle lettere portoghesi.

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Alvaro de Campos è uno degli eteronimi che Pessoa usava per scrivere i suoi poemi, i suoi frammenti, i suoi pensieri filosofici, politici, ideologici. Proprio da Martinho si possono vivere questi momenti nei molti ricordi, nei giornali, nei fogli di quaderno che sono messi lì sui tavoli, quasi fossero richiami per i curiosi che si accorgono, nel locale, di non essere lì solo per la funzione del mangiare o del bere (che è comunque assolta in modo prezioso), ma proprio per suggere qualcosa di un tempo che fu e che Antonio da Sousa, il padrone, tenta sempre di fare tornare e talvolta ci riesce. Pessoa, oggi, è un compagno di viaggio con cui ci piace scorrazzare per la città.

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E c’è fra gli altri un artista italiano che onora questo personaggio in modo molto onesto e con successo, applaudito dai portoghesi stessi che corrono ad ascoltarlo quando si esibisce nella città sul Tago. E’ Mariano Deidda, un sardo-torinese, autore di culto, amante della poesia che diventa musica. E soprattutto amante delle cose belle che nascono dal cuore. I suoi omaggi a Pessoa, frequenti anche su cd, sono rigorosi, ma allo stesso tempo fatti con quella passione che li fa diventare personali senza alterare il messaggio che è insito nell’autore. Dimostra anche quanto l’incrocio culturale fra Italia e Portogallo sia così facile da coltivare: l’anima latina e mediterranea è presente nei nostri due popoli, che poi il Portogallo si affacci sull’Oceano è solo un particolare che ha comunque dato modo di partire da qua per conquistare il mondo. Ma provate a sedervi a una tavola qualsiasi, da Lisbona all’Alentejo, da Porto a Faro, e capirete quanto la cultura enogastronomica lusitana sia molto, ma molto vicino alla nostra.

Stiamo divagando sulla bellezza di Lisbona, che è interiore, soprattutto. E ognuno di noi che calca quelle pietre dovrebbe capire che cosa gli viene nel fondo del cuore, nella testa, quando respira l’aria di quella città. E quando ascolta le sue canzoni. O le canzoni a lei dedicate.

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E questa è una canzone dedicata a Lisbona e ancora ispirata a un testo fra i più famosi di Fernando Pessoa che oggi omaggiamo in pieno, qui interpretato da uno dei nostri autori più importanti. Roberto Vecchioni ha affrontato le lettere d’amore di Pessoa con grande emozione, e ne ha fatto un ritratto straniante. Quante volte ho ripreso in mano, ascoltando questa interpretazione, il volume delle poesie di Alvaro de Campos, autografato da Teresa Rita Lopes, la maggiore studiosa di Pessoa in questo momento in Portogallo. Incontrarla alla Universidade Nova di rua da Berna dove insegna, vicino alla Fondazione Gulbenkian, altro fiore all’occhiello della capitale lusitana, è stato un altro di quei momenti che rimarranno indelebili nella mia memoria. Come ciò che Lisbona offre e i suoi letterati confermano. Sulle note del fado o altro, sempre genuino, comunque.

Ps: per gli amici di Milano e dintorni: stasera Mariza è al teatro dal Verme. Non perdetela.

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