Arriva in Italia per gli appassionati della musica popolare di Lisbona Mafalda Arnauth, che di recente abbiamo visto ospite di “Sostiene Bollani”. Arriva con un nuovo album, il settimo, che si intitola “Terra da luz”, terra della luce. In una traccia ecco Helder Moutinho. Ascoltiamo i due fadisti in “De nos em no”.

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Mafalda sarà fra noi con due concerti, il primo sabato 15 febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il secondo la sera successiva, il 16 febbraio, al teatro Manzoni di Bologna. Oltre a “Terra da luz”, Mafalda – che a ottobre sarà una fantastica quarantenne – proporrà un viaggio nel suo diario di bordo, un songbook che è ricco di classici, ma anche di molte composizioni della stessa artista, che ama sperimentare e contaminare, senza tradire le origini, ma esaltandole in un percorso innovativo riconosciuto da tutti. Mafalda è originale e va avanti per la sua strada con grande impegno, e per questo è da ammirare. Con lei in questa mini tournée nell’amata Italia ci sono Pedro Viana alla guitarra portuguesa, Nelson Aleixo alla viola de fado, l’ex Madredeus Fernando Judice al baixo acustico e un direttore musicale di grande valore e soprattutto un amico: Pedro Santos, fisarmonicista, con il quale ho avuto il piacere di dividere i giorni a Obidos e Tomar per la registrazione di “O coraçao tem tres portas” di Dulce Pontes. Ma torniamo alla Arnauth e alla sua poliedricità. Qui la ascoltiamo con Pedro Aznar in un concerto a Buenos Aires il 9 maggio dello scorso anno. La canzone è uno dei classici di Amalia, “Foi Deus”.

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Se Ana Moura e Antonio Zambujo continuano i loro concerti assieme, non può essere che un piacere per le orecchie e una testimonianza importante per il Portogallo, perché il loro non è più solo fado, ma vera a propria musica a 360 gradi. I due, che sono una coppia artistica giovane e perfetta, si ripropongono a breve nel tempio della musica lisboeta, il Coliseu dos Recreios, stupendo edificio in rua das Portas de Santo Antao, cuore notturno della capitale (ma all’uscita attenzione ai buttadentro dei ristoranti…). Il concerto ci sarà il 19 marzo, due giorni dopo replica a Porto sempre al Coliseu. È stato organizzato perché il precedente del 25 ottobre scorso al Ccb è stato così apprezzato che a grande richiesta – e con biglietti da comprare più alla svelta possibile – il Museo do Fado, patrocinatore dell’”impresa”, ha deciso di spingere per un altro appuntamento. Proprio dal concerto del Ccb, ascoltiamo i due artisti in “Havemos de acordar”.

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È uscito in Portogallo un album di Jorge Nunes che si intitola “Outro fado”. Jorge è un figlio d’arte e per me è e rimarrà sempre Jorginho, che il padre, Jorge Fernando, portava in giro per i locali da piccolissimo e al quale ha alitato fado fin dall’infanzia. Ricordo serate divertentissime con Jorginho, dalla festa popolare di Pinhal Novo ai vari incontri nei locali dell’Alfama. Adesso Jorge grande, su suggerimento di “tia” Celeste Rodrigues, ha plasmato un cd d’esordio per Jorge piccolo, che si farà. È ovvio che con tanto padre ci si attende sempre di più. Intanto godiamoci questo cd che sul piano musicale ha l’apporto non solo, tanto per dire, di Jorge senior, ma di due mostri della guitarra portuguesa come Mestre Custodio Castelo e Angelo Freire, e il basista Filipe Larsen, personaggio davvero carismatico e, oltre che bravissimo, super simpatico, con cui le serate sono sempre divertenti. Jorginho – lo chiamerò sempre così e so che sarà contento – si presenta al nostro pubblico con questa esibizione-intervista seduto in uno dei topos più emblematici di Lisbona, la Tasca do Chico al Bairro Alto.

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Un interessante personaggio della cultura lusofona è Amélia Muge, nata in Mozambico e che ha percorso i cammini più intriganti della musica contemporanea, anche del fado, assecondandolo e rivisitandolo. Adesso sta preparando un cd su Amalia Rodrigues che darà – dice Amélia – un volto diverso della divina. Intanto sentiamo Amélia con Michales Loukovikas, musicista greco “parceiro” della nostra nell’ultimo album “Periplus”. Li ascoltiamo in un locale di Salonicco eseguire una versione particolare di “Estranha forma de vida”, uno dei capolavori di Amalia.

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Il fado, Lisbona, la vita soffusa, decadente, ma emozionante, di una città sempre viva nonostante la crisi e sempre pronta a stupirti. Come fanno i suoi letterati. Gonçalo M. Tavares è uno di questi. Nato a Luanda, ma portoghese a tutti gli effetti (nel 1970 l’Angola era ancora una colonia), Tavares scrive in modo rapido e pungente. Premio Saramago nel 2005 per i suoi primi lavori, “Gerusalemme”, “Il signor Kraus”, “Il signor Calvino”, Nottetempo ha ora pubblicato “Lor signori”, che è una lettura più che consigliata…

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