Emma MarcegagliaUna frase di Marcegaglia – che è bene dire che non mi sta simpatica – ha sollevato una reazione scandalizzata da parte di Camusso e altre forze politiche.

La frase riportata oggi da Repubblica sarebbe: “Vorremmo avere un sindacato che non protegge assenteisti cronici e ladri, quelli che non fanno il loro mestiere.”

Mi chiedo cosa ci sia di scandaloso in questa affermazione. Il teatro che si è mosso fra azioni e reazioni su questo tema è lo specchio del problema culturale ed etico che appesantisce il sistema Italia, che grava sul debito e che apre la porta alla corruzione come fatto ovvio, da dare per scontato.

Tutti parlano della Germania come modello. Ve lo immaginate in Germania un dirigente sindacale o politico di alto livello che si indigna di fronte ad una frase del genere?

Camusso avrebbe potuto usare la sua verve polemica per affermare che non solo il sindacato si impegna a denunciare assenteisti e ladri fra operai e impiegati ma che pretende a tutti i livelli l’assoluta intolleranza a certi comportamenti, pena il posto di lavoro, anche fra i dirigenti, i manager. Perché no? Perché non pensare che i dirigenti degli ospedali romani dove molti pazienti aspettano un letto per giorni su una sedia senza cibo abbiano il diritto di continuare a fare quel mestiere? Forse non avrebbero dovuto mai farlo. Non si tratta di una cosa grave? Bene, sono stati sospesi per tre mesi. Fra tre mesi saranno di nuovo li, assenteisti cronici e ladri di vita e salute degli altri. Si pensa che sia una sanzione adeguata? Sareste tranquilli se abitaste a Roma e non aveste soldi per le cliniche private?

Quali classi sociali sono le più svantaggiate dalle gesta dei furbetti di tutte le categorie? Quelle dei ricchi?

Con le Camusso non ce la faremo – e neanche con i Bersani, ahimé – ma questo sarà oggetto di un post apposito, spero prestissimo.

Aspetto un conforto o una contestazione, nel frattempo

un caro saluto a tutti.

 Pereira

4 Commenti

  1. @ Norman Bates
    Caro amico, sono completamente d’accordo con Lei, su tutto. La mia invocazione vale per ogni categoria, a partire da quella degli imprenditori che come tutte è fatta di un range che va dai ladri agli onesti. Ci sono quelli che fanno le bancarotte fraudolente e i falsi in bilancio coperti dalle leggi berlusconiane e quelli che si suicidano per la vergogna di non poter continuare a pagare gli stipendi ai loro dipendenti. O quelli che delocalizzano selvaggiamente – vedi Omsa – nel pieno rispetto della legge (?).
    Per fortuna non si chiamano tutti Marchionne o Omsa.

  2. il sig. norman bates ha le idee molto chiare, altrochè! ha tutta la mia stima, ma avendo anche lui in qualche modo reagito alle parole della marcegaglia, dev’essere una persona stagionata, un vecchio ideologizzato (ancora adopera, addirittura, la parola “padroni”!), una di quelle persone che – come sostiene pereria, appunto – alimentano il ” problema culturale ed etico che appesantisce il sistema Italia”.

    p.s. io sarò fissato ma a proposito delle 2 notizie di cronaca che in questo articolo e nei commenti vengono citate, ho dei dubbi:
    – sbaglio o all’inizio delle cronache la persona che si trovava su una barella del pronto soccorso era data addirittura “in coma da 4 giorni?”; poi non l’ho più sentito dire… ma ho seguito molto superficialmente e non saprei… ma se così fosse, non vorrei che poi i 4 giorni diventassero 4 ore e la barella un lettino, ecc.
    – sbaglio o nel servizio del formigli veniva stilata una classifica di velocità di alcune auto (già questo potrebbe sollevare qualche dubbio circa l’utilità di tale servizio… una classifica di velocità di auto!? vabbè…), ma senza citare il fatto che erano auto con cilindrata diversa! non entro nel merito delle cifre chieste come risarcimento, ma mi piace il fatto che i giornalisti troppo protesi verso la notizia ad effetto siano messi nelle condizioni di svolgere con maggiore precisione e professionalità il loro lavoro, senza sputtanare chicchessia a man bassa.

  3. Gentile sig. Pereira,
    mi permette una piccola aggiunta? E’ dovuta ad una notizia appena appresa alla televisione.
    Vorremmo una Confindustria che dicesse che chiedere (come ha fatto la FIAT di Sergio Marchionne) 20 milioni di euro, e ottenerne 7, ad un giornalista (Corrado Formigli) come risarcimento di danni patrimoniali (1 milione e 700 mila) e non patrimoniali, cioè di immagine, (i rimanenti. Oltre 5 milioni) per aver sostenuto, dati alla mano, che la Alfa Mito ha prestazioni inferiori ad auto concorrenti, è semplicemente vergognoso oltre che lesivo del diritto di cronaca e di critica.
    E’ chiedere troppo?
    E secondo Lei, Confindustria lo farà?
    Vorremmo, come dicevo, vorremmo ….

  4. Caro Pereira,
    il problema sta nel verbo (e nella sua declinazione al condizionale): “vorremmo”. Che lascia intendere che non ce l’abbiamo. E allora noi vorremmo dei padroni che se falliscono non salvano il culo portandosi i capitali all’estero. E vorremmo una Confindustria che non li difendesse “a prescindere”.
    Vorremmo una Confindustria che dicesse che il guadagno di Marchionne (e non solo) è scandaloso. Vorremmo una Confindustria che dicesse che lavorare in fabbrica per 900 euro al mese è una vergogna. Vorremmo una Confindustria che dicesse che avere un lavoro è un diritto inalienabile per ogni cittadino, oltre che il fondamento di una vera democrazia. Vorremmo che qualcuno dicesse che se fai un lavoro alienante e sottopagato e ti prospettano di farlo fino a 65 o 67 anni, forse l’assenza dal lavoro per malattia è inevitabile. Vorremmo qualcuno che dicesse che a volte un lavoratore deve prendere giorni di malattia per assistere anziani genitori o figli minori. O tutt’e due. Vorremmo, per l’appunto, vorremmo …
    E perché non potremmo volerlo dalla Confindustria?

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