Lucio Dalla

1981, 28 giugno. Tra meno di due mesi compirò 26 anni. Sto per concludere gli studi di medicina e, per una serie di circostanze, sto facendo il servizio militare.

Oggi mi sposo, poi parto, in moto, per il viaggio di nozze, in Grecia. Dato il poco posto a disposizione non posso portare molto bagaglio. Dentro un walk-man e una sola audio-cassetta: Lucio Dalla, un mix con -tra gli altri- Balla balla ballerino, Futura, L’anno che verrà, Com’è profondo il mare, Anna e Marco, L’ultima luna, ecc…
Il mio matrimonio, il primo, durerà dieci mesi. Tutti da dimenticare.
La colonna sonora del viaggio, da ricordare per sempre.
Ciao Lucio…    (Stefano Catellani)

Anna e Marco è stata la mia colonna sonora da militare; Caro amico ti scrivo il mio legame forte con Chico Buarque che aveva scritto Meu caro amigo e “gostava” di quella di Dalla di cui però amava di più 4 marzo 43, tanto da scrivere la versione portoghese Menino Jesus; Caruso mi ha portato con la mente al teatro Amazonas di Manaus; e poi Futura, La casa in riva al mare… Quale allegria… E quel giorno a  Lisbona, al teatro Sao Luiz, a cantare fado con Argentina Santos. Sembrava che fosse nato lì, nelle taverne della città. Ma Lucio forse era davvero in ogni luogo.  (Riccardo Jannello)

Sarà stato dieci anni fa, un mio amico musicista aveva insistito per combinarmi un incontro con il Dalla discografico, proprietario della Pressing. Io così poco avvezzo a questo genere di passaggi accettai solo per gratitudine verso chi si era speso per me.
L’incontro per alcuni versi fu sorprendente, l’appuntamento era nella sede dei suoi uffici in Via D’Azeglio a Bologna. Lui non aveva le chiavi e chi doveva aprirci era in ritardo, ci accomodammo nella sua Jaguar in cortile ad ascoltare i miei pezzi. Mi colpì molto il fatto che già al primo ascolto cantava il secondo ritornello perfettamente sopra l’audio. Un orecchio eccellente.
Fu onesto – si aveva l’impressione di avere a che fare con una persona molto, molto intelligente – ascoltati tutti i brani mi disse “Sei bravo, originale, i pezzi sono belli ma da discografico mi chiedo: con un cd con canzoni del genere faccio entrare 25.000 persone dentro un negozio per comprarlo? Dalla mia attività dipendono diverse famiglie e non mi posso permettere avventure.”
In quel mondo molti cercano di indorare la pillola o di fregarti in qualche modo – ne ho conosciuti anche di quelli, tipo il “Vincenzo io ti ammazzerò” – lui no.    (Andrea Marzi)

Avevo sette anni, era una domenica mattina del 1985. La passai sulle ginocchia di mia sorella più grande, seduti sul vecchio divano di casa. Non facemmo altro che cantare e ricantare Se io fossi un angelo; finimmo, poco prima di pranzo, che l’avevamo imparata a memoria. La registrammo pure su un nastro, che non ascoltai mai. Se ripenso a una giornata della mia infanzia passata con mia sorella questo è il primo ricordo, bellissimo.  (Federico Tamburini)

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1 commento

  1. Passati alcuni giorni, l’emozione grande di tanti per la tua improvvisa morte e’ gia’ stata sostituita da altre emozioni. Nella vita di tutti ricordi belli o brutti sono risvegliati dalle tue canzoni. Bologna per tanti e’ stata solo un palcoscenico per mostrarsi durante i tuoi funerali, per un passaggio sotto le tue finestre da dove uscivano le note dei tuoi brani, per farsi fotografare davanti alla bara o al campanello.
    Mi ha addolorata la curiosita’ morbosa di molti che si sono permessi di entrare nella tua vita e di giudicare. E la domanda piu’ frequente: “tutti quei soldi a chi andranno?”
    Ma cosa siamo diventati?

    Ora posso salutare l’uomo e non solo l’artista. Ho apprezzato la tua originalita’ e discrezione quando non erano facili da realizzare nella nostra provincialotta citta’. Le nostre vite si sono incrociate solo una volta nella libreria sotto al Pavaglione in una torrida mattina di tante estati fa. Tu preoccupato di trovarti davanti una ragazzetta che avrebbe approfittato della ghiotta occasione per chiedere estasiata un autografo. Io che con gli occhi ti tranquillizzavo: “non sono il tipo che fa queste cose e i miei miti sono Segovia e Gazzelloni”.
    Mentre il commesso parlava i nostri occhi accarezzavano i libri che vedevamo esposti e si sorridevano complici. Quando sono uscita dalla libreria ci siamo sorrisi: “E’ stato bello conoscerti”.
    Saluto e omaggio non solo l’artista, ma soprattutto l’uomo che sei stato e sono vicina a coloro che ora ti piangono.
    Le tue canzoni ti terranno sempre vicino a noi.

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