Che ci sia una grande passione, nonostante tutto, fra Portogallo e Spagna è indubbio. Nonostante le guerre passate, nonostante la lingua diversa, nonostante personalità dell’una e dell’altra sponda tengano comunque a difendere la propria cultura e la propria storia, che sia castigliana o lusitana non importa. Il grande Josè Saramago nel suo “La zattera” faceva sì che la penisola iberica si staccasse dal resto dell’Europa e rappresentasse la nuova Atlantide. E negli ultimi della sua vita, il premio Nobel visse fra Lisbona e Lanzarote sostenendo che Spagna e Portogallo dovessero finire uniti in un solo Stato e in una sola lingua. Una provocazione, certo, ma con radici molto profonde.

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E quando si scopre che la Spagna vuole omaggiare il fado divenuto Patrimonio dell’umanità dell’Unesco con un festival ad hoc già presentato in grande spolvero, non può che fare piacere. Anche perché la scelta degli organizzatori è caduta su alcuni artisti che lo rappresentano internazionalmente nel modo migliore. Ana Moura sarà della partita come Mariza nella serie di concerti a Madrid dal 21 al 24 giugno al teatro del Canal. Un tributo che non avrà solo la musica come protagonista, ma anche conferenze, film, dibattiti, work shop, una mostra sulle case de fado e una sulla gastronomia lisboeta (che, come sapete, raccomando a tutti quanto la musicas). Ana Moura si può “consumare” a ogni ora, la sua voce è una soddisfazione, una fra le più vicine alla perfezione, quelle che più di ogni altre interpretano il fado sulle orme di Amalia Rodrigues, anche se poi Ana e Mariza stanno maturando a livello internazionale e si propongono come future regine di ambiti musicali anche più elevati, pur rimanendo lusitane fino in fondo al cuore. Diciamo che loro due – e Dulce Pontes, Teresa Salgueiro e Cristina Branco – rappresentano il Portogallo (sempre a sommesso giudizio di chi scrive) come poche altre nazioni possono fare a questo livello.

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Mariza, fra l’altro, è stata anche un po’ ispanica nel suo album “Terra”, che ha percorso varie culture, come quelle che accompagnano il percorso di Ricardo Ribeiro, anch’egli a Madrid come le sue due colleghe. Lui è un cantante fenomenale, capace di andare dal fado menor a quallo più rafginato, cantando in taverna o nella casa de fado Marques de Sà, che è un luogo di grande classe, o nei locali più alternativi del Mediterraneo. Il suo progetto con Rabih Abou-Khalil, per esempio, lo ha lanciato in una world music nella quale ci sta davvero bene. D’altronde, ho conosciuto Ricardo al Marques de Sà in una serata di divertimento e musica lisboeta, ma dopo un paio di fado si mise a cantare temi di flamenco con un gruppo di ragazzi spagnoli che erano venuti a trovarlo. Un’amicizia subito bene avviata! La sua capacità è quella di immergersi sempre nel miglior modo possibile nel luogo dove deve esibirsi e di scambiare uno straordinario affetto con la gente che gli è vicina.

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A Madrid ci sarà anche Rodrigo Costa Felix, un giovane che sta facendo passi da gigante nelle case lisboete e che è stato preso sotto la sua ala protettrice da due maestri: Fontes Rocha, che fu guitarrista di Amalia, e Mario Pacheco, il “professore”, uno dei luminari della musica popolare di Lisbona. Nel programma di Madrid, Rodrigo deve fare rivivere l’ambiente dei locali tipici. Lui si esibisce spesso al Clube de fado di Pacheco, in rua Sao Joao da Praça, uno dei locali che illumina la sera lisboeta e la inonda di note per la gioia degli indigeni e dei turisti. Rodrigo scrive molti suoi testi e sarà sicuramente una delle voci più importanti dei prossimi anni, in un rinnovato esempio di cantanti che cerca di scalfire il predominio del talento femminile. Vedremo che accadrà a Madrid.

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Se Lisbona si apre sempre di più all’esterno, e i confini portoghesi sembrano a questo punto assai permeabili, Coimbra festeggia in casa l’altro fado, quello accademico. Un fado nobile, per carità, che – come scrive in modo molto particolareggiato Carlo Giacobbe in un suo fondamentale libro sulla questione – ha una storia particolare e che nella città dell’università poggia le sue forti spalle proprio nelle facoltà e nell’intellighenzia che ne ha fatto un  veicolo per fare uscire dalla cerchia degli intellettuali idee e passioni che  rischiavano di rimanervi circoscritte. E’ iniziato nei giorni scorsi al Teatro Academico Gil Vicente il mese del fado, che avrà fra l’altro l’onore di celebrare, oltre a tutti i gruppi che hanno fatto la storia degli ultimi decenni, soprattutto Paulo Saraiva e il dottor Luzio Vaz, quest’ultimo con il suo titolo di laurea a dimostrare proprio la qualità degli interpreti del genere. L’idea è di Alice Lopes, responsabile della sezione musicale dell’Associazione accademica di Coimbra.

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Nel video Saraiva interpreta questa “Menina triste” che si deve a lui e a Josè Afonso, altro grande della canzone di Coimbra, scomparso prematuramente, ma che ci ha regalato enormi capolavori. A dimostrazione di quello che andiamo dicendo da tanto tempo, ormai: la musica popolare portoghese non ha da inchinarsi a nessun’altra al mondo.

Riccardo Iannello

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