Che Ana Moura rappresenti una voce illuminante della importanza del fado odierno, sono anni che lo sostengo, da quando ebbi modo di conoscerla e soprattutto di vedere in lei una maturazione sempre più veloce ed entusiasmante. Dai tempi del Senhor Vinho, quando incontrò Jorge Fernando, Ana ha saputo fare tesoro dei suggerimenti del musicista, compositore e produttore esplodendo completamente fino a un fantatico album che è “Leva-me aos fados”, portami al mio destino, alle mie canzoni.

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Capace di ammaliare i migliori musicisti lisboeti, cantante amata da Custodio Castelo e Josè Manuel Neto, Angelo Freire e Felipe Larsen e da tutti i  migliori solisti delle case de fado e dei teatri, Ana unisce alla sua bravura anche una bellezza statuaria e uno sguardo che danno alle sue interpretazioni, rigorosamente filologiche, un aspetto ancor più veritiero. Qualcuno dice che le canzoni della nouvelle vague non valgono i classici, ma quelle che interpreta Ana sono comunque amate e rispettate ovunque, anche dai vecchi cantanti delle tascas. “Chuva” o “Buzios”, guarda caso scritte entrambe da  Jorge Fernando, sono brani che entreranno, ci scommetto, nella storia. Nella storia entrerà anche la collaborazione che Ana ha intrapreso con i Rolling Stones, che è nata da una serata passata da Mick Jagger e soci al Bacalhau de Molho, dove lei si esibiva. Un amore a prima vista, la proposta di affidarle l’interpretazione di “No expectations” nello show all’Alvalade e di partecipare a un cd. Ana è nata, come tanti giovani della sua generazione, alternando il fado con il rock, in band giovanili della sua Santarem e poi di Lisbona e quella passione adolescente l’aveva seguita: il fado è la sua vita, il rock il suo divertimento. Su quel palco, chi a Lisbona sottovalutava Ana cantante “antica” di fado dovette ricredersi. Lo stadio cadde ai suoi piedi e Mick Jagger applaudì a lungo l’esibizione.

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Come se non bastasse, un altro idolo della musica contemporanea, stavolta più pop e forse più “giustificato”, si è perdutamente innamorato di Ana, invitandola ai suoi show, cantando con lei, arrivando d’improvviso in sala ai concerti che solo si svolgono a tiro d’aereo da dove lui si trova. Prince, il folletto di Minneapolis, ha addirittura sfidato il proprio mito e si è inventato fadista a sua volta pur di convincere la Moura che fanno una bella coppia: ha voluto avvicinarsi a lei, non come hanno fatto i Rolling. E così possiamo ascoltare Prince accompagnare con la sua chitarra la nascente stella portoghese in un appassionato e  carico di emozione “Vou dar de beber a dor”. Un’interpretazione per la quale forse qualcuno abituato alle case de fado potrebbe storcere la bocca, ma che a Barcellona, per esempio, è stata accolta alla grande. Non dimentichiamo come nuova tappa di questa internazionalizzazione di Ana, la recente collaborazione con Pacifico per il brano “Pioggia sul mio alfabeto” nell’ultimo cd dell’interessante autore di casa nostra, “Una voce non basta”. Rolling e Prince hanno fatto svegliare i grandi produttori americani: il fado in Usa è presente, ci sono tournée di varie artiste, ma stavolta ad Ana è capitata una cosa particolare: registrare là un album.

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In queste settimane comincerà per lei un’avventura importante niente meno che a Los Angeles, negli storici Henson Recording Studios, fondati da Charlie Chaplin nel 1917 e dove hanno registrato personaggi come Lennon, Doors, gli stessi Rolling, U2, Springsteen, Police, Pearl Jam, Shakira, Lady Gaga, Beyonce e mille altri e fra tutti i brani il leggendario “We are the world” nel 1985 con annesso video. Larry Klein, che ha vinto quattro Grammy, ha avuto in dono da Ana “Leva-me aos fados” e quando ha ricevuto le tracce delle nuove canzoni non ha avuto dubbi: l’album lo produco io. Larry ha anche confessato una cosa: “Sono un grande fan di Ana Moura, un fan convinto e ho subito accettato di lavorare con lei”. I nastri sono stati già ascoltati e riascoltati. Il lavoro vero e proprio inizierà in breve e l’album è già molto atteso non solo in Portogallo. Appena se ne saprà di più, di certo, ne saremo bene informati! Nell’attesa, è giusto concludere questo nostro nuovo viaggio dalle parti di Ana Moura con un commosso omaggio che la cantante di Santarem ha fatto a un grande personaggio della musica italiana recentemente scomparso. Devo questo spunto a Gaetano Lo Presti, un nuovo amico con cui dividiamo la passione del fado.

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Ana nel giorno in cui è scomparso Lucio Dalla era in Italia, ad Aosta, e ha voluto ricordare il cantante bolognese, che aveva conosciuto grazie ai legami che Lucio aveva sviluppato con gli artisti di Lisbona, interpretando “Caruso”, la canzone che il grande autore italiano aveva interpretato al Sao Luiz ad aprile 2005 nel suo concerto lisboeta. Ana quella sera non salì sul palco, dov’era invece Argentina Santos, ma ci accompagnò nella serata, alla cena successiva, in giro per i locali di fado fin quasi all’alba. Una notte indimenticabile, che Ana ha reso ancor più  leggendaria. Grazie anche alle parole di Lucio. E vedere Ana cantare leggendo il testo è solo una fonte in più di rispetto e devozione. Grazie a lei e al Portogallo tutto.

 

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