Ogni lunedì leggiamo, analizziamo, commentiamo i fatti di cronaca e i grandi temi dell’attualità politica e sociale con un “editoriale”, o meglio una “distorsione”, facendo parlare una canzone, un autore o un album.

È recente la notizia che una società olandese installerà una colonia umana nientemeno che… su Marte!

Il più grande passo per l’umanità, dopo quello di Neil Armstrong, toccherebbe questa volta al fortunato partecipante al programma “Mars One”, e dovrebbe accadere nel vicino 2023.

Il progetto sarà finanziato totalmente con fondi privati, che dovrebbero derivare… dai proventi televisivi! Lo scopo sarebbe infatti quello di rendere questo evento il piu’ seguito reality show di tutti i tempi. La spedizione comincerà gia’ nel 2018, quando sarà inviato un rover (un veicolo spaziale) ad esplorare il pianeta per scegliere il punto ideale dove costruire il primo villaggio umano sul pianeta rosso. Poi 4 fortunati nel 2022 partiranno per questa avventura galattica, arrivando a destinazione ben 7 mesi dopo. Si tratterà, come dice il fondatore della societa’, Bas Lansdorp, di un reality show infinito, visto che i concorrenti non faranno mai ritorno sul pianeta Terra. L’obiettivo finale e’ di spedire ogni 2 anni altri aspiranti “giocatori-astronauti.

Ci sorgono alcuni pensieri in proposito:

1) è una tavanata galattica, e non si farà mai (speriamo);

2) alla faccia della crisi, se si trovano i soldi per fare quanto al punto 1);

3) Isaac Asimov, Peter Kolosimo, Philip K. Dick, Ray Bradbury, Herbert G. Wells, Arthur C.Clarke, Stanley Kubrick, Jules Verne e tutta la compagnia cantante si rivolteranno nelle tombe, quanto meno;

4) diventerà vero l’interrogativo di Quelo: “c’è vita nell’universo? forse al sabato sera” http://www.youtube.com/watch?v=3pPoFzBhcn8

5) aveva proprio ragione David Bowie a chiedersi se almeno su Marte c’è vita (nel senso che qui siamo proprio alla frutta!)…

[youtube v–IqqusnNQ 520]

PS: si dice anche che la canzone alluda al comunismo, dove Lennon starebbe per Lenin, e Marte in fondo è il pianeta rosso. Equivarrebbe a chiederci se valga la pena vivere sotto l’oppressione di un regime, di qualunque colore esso sia.
Ce lo chiediamo anche noi…
Andrea Zucchi
Il prossimo appuntamento con Distorsioni sarà il 2 luglio

1 commento

  1. AZucchi

    E’ chiaramente una bufala che mira a creare indotto pubblicitario sui promotori dell’iniziativa, come ai tempi di LxP (ancora me ne vergogno) dove si diceva in giro che vincevamo al primo turno.

    Le missioni dell’Apollo sono state interrotte per mancanza di finanziamenti.
    Una semplice esplorazione intorno al LEM costava 250000 dollari ogni 10 min.
    Avevano misurato accuratamente, dalla Terra, le distanze da percorrere nelle varie missioni ma, una volta sulla Luna, i tempi non tornavano anzi si allungavano incredibilmente.
    Non avevano tenuto conto che, per effetti relativistici scoperti da A.Einstein , più ci si allontana dalla Terra più il tempo si accorcia,il che equivale a dire che le distanze aumentano.
    Se sulla Luna le missioni costavano 250000 dollari ogni 10 min, su Marte costeranno almeno 20 volte di più .
    Dove sono gli introiti da audience per finanziare certe iniziative?
    Per contrastare gli effetti relativistici del tempo, che appunto non è assoluto, occorrerebbe riuscire a manipolare lo ZPF (Zero Point Field).. il campo dei campi… il campo quantistico che sulla Luna ci rende nani rispetto alle distanze e su Marte ancora di più.
    Manipolando lo ZPF è possibile, in linea teorica, attuare un controllo gravitazionale su se stessi e camminare così più velocemente, oppure far veleggiare un’astronave sullo spazio senza motori alimentati a kerosene avio, oppure trasmettere a distanza i propri pensieri e tante meraviglie di questo genere ancora.
    Al momento nessuno è riuscito a manipolare lo ZPF.
    Nikola Tesla, lo scienziato serbo che più di ogni altro ci ha proiettati nel XX secolo, sosteneva, negli ultimi anni della sua vita, di esserci riuscito, ma l’archivio dei suoi innumerevoli brevetti, è stato sequestrato dalla CIA appena dopo la sua morte.
    Per riuscire a questo ci vuole un DNA della razza umana molto più evoluto di quello attuale.
    Un DNA che ammetta il principio di condivisione della infinita energia cosmica che ci avvolge ovunque.

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