Ogni lunedì leggiamo, analizziamo, commentiamo i fatti di cronaca e i grandi temi dell’attualità politica e sociale con un “editoriale”, o meglio una “distorsione”, facendo parlare una canzone, un autore o un album.

Pussy RiotStavo guidando, mentre pensavo a che cosa scrivere per questo appuntamento con voi. E meditavo su una notizia sentita poco fa, ovvero che Sting in questi giorni aveva suonato, per la modica cifra di mezzo milione di euro, niente meno che al compleanno milionario della sorella di Putin, nella sua super-villa di Sardegna, in mezzo ai super-ricchi di tutto il mondo, tra cui il nostro Berlusconi! Cioè, lo stesso Sting che solo pochi giorni fa si era pubblicamente espresso contro la condanna al carcere delle Pussy Riot, voluta proprio dal regime di Putin perchè il collettivo di ragazze punk-rock aveva pubblicamente deriso e criticato il presidente russo? Cioè, lo stesso Sting che si era sempre schierato dalla parte dei più deboli, come nella celebre campagna per gli indifesi aborigeni dell’Amazzonia?
Si, era proprio quello Sting.
No, non c’era dignità in questa storia, non ne avrei parlato.

La notizia che trasmetteva il radiogiornale invece era di ben altro tenore.
Parlava di un signore di 48 anni, morto per essersi dato fuoco dalla disperazione per aver perso il lavoro, a Torino.

Caso purtroppo non isolato, infatti proprio ieri moriva anche un altro uomo, che aveva messo in atto un simile gesto proprio davanti alla camera dei deputati di Montecitorio, solo 8 giorni prima. Per lo stesso motivo, un lavoro, ed una vita, perduti.

Monti e lo spreadCaso vuole che proprio ieri, al Meeting della lobby di CL di Rimini, il presidente del consiglio Monti dichiarasse: “Vedo la fine della crisi, ma sono deluso dallo spread“.

Penso che questa frase riassuma tutto il pensiero dell’uomo delle banche, al governo del nostro paese: qualunque cosa succeda, attenti allo spread!Che è solo un numero, lo ricordiamo ai pochi che ancora non lo sapessero… Che indica che come nazione stiamo pagando più interessi sul nostro debito, ma che non dice niente sul grado reale di sofferenza del popolo italiano.

La crisi sta finendo? Ma dove? Forse appunto dipende dal fatto che guardi solo i numeri, il super-Mario della politica. E che abbia poco interesse per le reali condizioni degli italiani.
Sennò si accorgerebbe che si stanno erodendo in maniera impressionante le prospettive future di quasi tutte le fasce di popolazione, tranne quelle più agiate.
L’opera di questo governo ha infatti sforbiciato, – anzi no, meglio dire tagliato con l’accetta – intere fette di stato sociale:
– intaccando le pensioni, gli stipendi ed un pò tutta la spesa pubblica;*
– aumentando le tasse per lavoratori ed imprese;**
– riducendo drasticamente i trasferimenti di denaro agli enti locali, ovvero impoverendo le città, le province e le regioni, e chi ci abita ovviamente;***
*:ma senza riuscire a capire come tagliare anche le spese della politica, a partire dagli stipendi dei parlamentari
**:ma senza minimamente pensare di far pagare di più a chi dispone di grossi capitali, o di tassare le transazioni finanziarie
***:ma tagliando anche servizi essenziali per i cittadini

Il risultato è che, per tutti questi motivi, si sta distruggendo il futuro dei giovani, ridotti senza più speranze di trovare lavoro, e senza più neanche la garanzia di poter essere sostenuti dalle famiglie, in cui i genitori perdono sempre più spesso anche il loro impiego. Un governo nato sull’emergenza – che nello stesso suo discorso di insediamento si è votato all’equità sociale – ha in realtà lavorato sul solo versante della spesa, tagliando a destra e a manca. O meglio, solo a manca, perchè nessun milionario, nessun potentato, nessuna lobby è stata realmente toccata dalle manovre di questa compagine di tecnici. Qualche rara volta ci ha provato, per tornare subito sui suoi passi alla prima protesta. Clamoroso il fatto che le fondazioni bancarie non paghino l’IMU, tanto per fare un esempio. Ma da un governo di banchieri (inutile citare ancora il curriculum dei vari Monti, Passera, Fornero etc…) ci si poteva aspettare qualcosa di diverso? Qualcuno forse credeva che non avrebbe ascoltato la voce dei potenti, ma le manifestazioni di chi si ritrova senza più nessuna garanzia, come i tristemente celebri esodati?

L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, lo dice il primo articolo della costituzione. Ma quanti altri tributi di sangue serviranno per spostare l’attenzione dallo spread al reale primo, tragico problema degli italiani?

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Sora Rosa (di Antonello Venditti)

A Sora Rosa me ne vado via,
ciò er core a pezzi pe’lla vergogna,
de questa terra che nu mm’aiuta mai
de questa gente che te sputa n’faccia,
che nun’ha mai preso na farce in mano,
che se distingue pe na cravatta.
Me ne vojo annà da sto paese marcio,
Che cià li bbuchi ar posto der cervello,
che vò magnà dull’ossa de chi soffre,
che pensa solo ar posto che po’ perde.
Ciavemo forza e voja più de tutti
Annamo là dove ce stanno i morti,
anche se semo du ossa de prosciutti
ce vedrà chi cià li occhioni sani
che ce dirà: “venite giù all’inferno
armeno ciavrete er foco pell’inverno”.
Si ciai un core, tu me poi capì
Si ciai n’amore, tu me poi seguì
Che ce ne frega si nun contamo gnente
Se semo sotto li calli della ggente.
Sai che ti dico, io mo’ me butto ar fiume,
così finisco de campà sta vita
che a poco a poco m’ha ‘succato l’occhi
più delle pene de stana immortale.
Annamo via, tenemose pe’mano,
c’è solo questo de vero pe’chi spera,
che forse un giorno chi magna troppo adesso
possa sputà le ossa che so’ sante.

Andrea Zucchi

Il prossimo appuntamento con Distorsioni sarà il 27 agosto

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