Mercato Mama Coca
Sapevo che le Ande non sarebbero durate per sempre, per questo ho sofferto così poco nel giorno dell’addio.
A nord della Bolivia gli imponenti massicci della cordigliera si fermano improvvisamente dando spazio alla foresta delle Yungas (terre calde). Tutto scende di tremila metri in poco meno di sessanta chilometri e la civiltà si perde graduatamente in una foresta che continua imperterrita verso il cuore dell’Amazzonia. Verso l’infinito. Verso l’occulto.

Una volta arrivati fin qua non è facile che non sorgano ragionevoli dubbi:
– è normale vedere dei SUV inoltrarsi nella foresta?
– è possibile che ci siano solo due dogane nella miriade di chilometri di confine che separano i territori di Brasile e Bolivia?
– perché esiste un treno che si inoltra nelle Yungas ma nessuno sa spiegarmi perché venga soprannominato il treno della morte?
– perché c’è un aeroporto che collega la foresta con La Paz con frequenze giornaliere?
– e soprattutto perché è l’unico aeroporto in sudamerica, assieme a quello paraguayano di Ciudad Del Este, in cui non si effettuano controlli a bagagli e passeggeri?

Forse perché qua nascono quelle foglioline verdi che la maggior parte della popolazione andina mastica per aiutarsi con l’altura. Forse perché, unite a tanta ammoniaca, contribuiscono alla creazione di uno dei pezzi forti del mercato del niente, del quale la Bolivia è il maggior produttore del mondo. Esatto.

Tutti ad allungare le mani, quindi, per una fetta di torta. Dicono sia “legale per usi tradizionali”, ma in realtà il concetto di illegalità forse qua non esiste. Malavita, armi, soldi sporchi, odio, concorrenza.. tutta l’energia negativa viene assorbita dalla foresta.
Per fortuna, poco distante, c’è anche gente che rallenta invece di accelerare, che non pretende di avere e che questo passaggio così veloce sulla terra ha deciso di viverselo ridendo fino in fondo.

Mercato del nulla

3 Commenti

  1. Conosco un vecchio che abita in Costarica e pianta alberi davvero, come quello del libro! E’ un amico del caro Andrea Bizzocchi…

  2. C’è chi dice “se il mondo finisse domani pianterei un albero” per diffondere positività e speranza. Purtroppo spesso sono solo parole, ma c’è anche chi, questo detto, lo metterebbe in pratica davvero.

  3. E suonando…
    Ma pensa se la terra, e la foresta, decideranno di risputarla tutta, quell’energia negativa…
    Oh, sarà che ho appena visto 2012, e un’ora dopo leggo del terremoto 7° grado Richter in California… Is the “big one” coming..?

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