Se non ora quando RiminiEravamo in 2000 domenica in Piazza Cavour a Rimini. Uomini (tanti), donne e bambini. Tutti a chiedersi “Se non ora, quando?”. Tutte a voler, finalmente, farsi vedere, a dimostrazione che l’immagine che oggi si ha della donna è solo un’etichetta con poca colla che finalmente si sta staccando. In piazza a difendere il merito, oggi sostituito da ricatti e prestazioni sessuali.

Già da qualche giorno sui giornali e in tv, si discuteva del fatto che, il 13 Febbraio, sarebbe diventata la giornata delle nuove moraliste, una sorta di Eva contro Eva, madonne contro puttane, per rifarsi ad un famoso slogan del movimento femminista. Ero proprio curiosa di vederle queste “moraliste”. Ammetto che la delusione è stata grande quando, al posto di facce da Family Day e signore in pelliccia, ho visto persone normali che condividevano una coscienza civile e la necessità di esserci, di ascoltare per capire, con la sensazione comune di partecipare ad una grande festa.

Festa e non riunione di partito come si è voluto far passare in tv (del resto i nostri giornalisti sono dipendenti, fanno il lavoro per cui sono pagati). “In piazza senza simboli di partito “, questa era la richiesta delle organizzatrici e così è stato. Bandiere a casa, si è fatta largo la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande e di inarrestabile, nonostante alla tv sia passata l’idea che fossimo “politicizzate”, nuovo simil-insulto coniato per l’occasione.

Ammetto che, da libera cittadina, credo che lo “scendere in piazza” nasca come atto politico in sé per sé, come una sorta di presa di coscienza, ma credo anche che possa benissimo essere al di sopra di un partito. Del resto va ricordato che lo scandalo coinvolge in prima persona il nostro Primo Ministro, che occupa una fra le più alte cariche politiche, quindi mi sembra impossibile non mettere la politica in ballo. Il fatto è che, se 1 milione di donne hanno deciso di raggiungere domenica la piazza più vicina, vuol dire che forse c’è la necessità di mandare un messaggio forte. E’ chiaro che quello che si cerca adesso, è un’alternativa al berlusconismo, inteso come sistema stagnante e offensivo, che si concretizzi in un piano politico reale e non frammentato, come è oggi la nostra sinistra. Ecco dove sta la politica, forse. Nella ricerca di un’alternativa e di un futuro.

Mi viene in mente l’immagine di una bambina che, domenica, tenendo un palloncino rosa, indicava ad una signora con i capelli bianchi, dove firmare il tabellone delle presenze in Piazza Cavour. Eccolo il futuro su cui lavorare, adesso.

Inoltre, a sottolineare,ulteriormente, la pluralità e l’apartiticità della manifestazione, vanno ricordati altri due elementi: il contributo di Giulia Buongiorno, di Futuro e Libertà, che, in Piazza del Popolo a Roma, ha tenuto un’interessante discorso sul merito e sull’uso delle parole, e il fatto che le organizzatrici stesse del movimento “Se non ora, quando?” non sono donne di partito, ma donne di cultura. Le cosiddette “radical chic”, che se voleva essere un insulto della Gelmini, a me è sembrato quasi un complimento glamour, di quelli che ci si fa dal parrucchiere.

Del resto il nuovo trend della moda per questa primavera-estate sarà lo stile anni ’60 in cui sarà d’obbligo il bon-ton e bandita l’aggressività dei costumi. In Italia, si sa, tutto diventa moda perciò non preoccupiamoci più di tanto, a Maggio saremo di nuovo tutte delle brave ragazze . E’ la moda che ce lo chiede.

Marta

3 Commenti

  1. @Marta

    La magistratura non è un potere politico ma, se fosse autonoma veramente in ogni contesto,potrebbe favorire il cambiamento politico.
    Ad esempio, a Napoli, condanne esemplari e tempestive sulla gestione dei contributi UE relativi al trattamento dei rifiuti, avrebbero, forse, portato a comportamenti amministrativi più sani.
    La mia esperienza dimostra che, specie a livello locale, la magistratura tende a proteggere il potere locale.
    Sono d’accordo con te che non se ne può piu’.

  2. Purtroppo non riesco a fare previsioni di quel che succederà, tra l’altro quel che è successo in passato non è certo di buon auspicio! Da cittadina voglio credere che il potere giudiziario sia e rimanga indipendente. L’importante è ricordare che non è compito della magistratura cambiare la situazione in cui siamo adesso. Che, detto francamente, mi inizia a dare la nausea.

  3. Niki Vendola è rimasto colpito dalla mobilitazione delle donne italiane tanto da proporre Rosy Bindi prossimo candidato premier.
    Ovviamente la proposta è stata accolta con un certo fastidio dai vertici del PD e Rosy Bindi ha telefonato a Bersani per dirgli che lei non ne sapeva nulla!
    Io invece sono rimasto sorpreso nell’aver appreso che, dalle intercettazioni, B. ha mollato a Ruby 180000 euro in 3 mesi!
    Ovviamente Ruby dirà che i soldi li ha avuti per semplice magnanimità.
    Sono curioso di capire a chi crederanno i giudici.
    Dovrebbero credere alle intercettazioni solo se , chi le ha fatte,in massa critica qualificata, conferma.
    In ogni caso Ghedini e B. faranno appello.
    La storia è piena di rovesciamenti di sentenze tra il I e il II grado di giudizio.
    Mi chiedo se il potere giudiziario sia veramente autonomo.

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