Arma della disperazione contro Pisapia

Trabant, automobile DDRC’era una volta IL MURO. Piazzato nel centro dell’Europa divideva il mondo in due. Di qua: il Capitalismo. Di là: il Comunismo.
C’erano due Superpotenze: USA e URSS. E poi missili, bombe atomiche. Golpe. Invasioni, guerra fredda, la Corea, il Vietnam. E …
C’era -quella volta- in Italia, il più grande Partito Comunista dell’Occidente.
Così grande e così forte da evocare speranze e paure catastrofiche e azioni e reazioni a volte durissime.
Quando si avvicinò (democraticamente) a vincere (democraticamente) le elezioni democratiche … apriti cielo!

Bombe sui treni, nelle piazze, nelle stazioni; rapimenti; Brigate Rosse e Ordine Nuovo; le P38 e la P2.
Fu chiamata “Strategia Della Tensione”. Consisteva, in buona sostanza, nel tentativo di far passare l’idea che il cambiamento avrebbe portato caos, distruzione, morte e miseria. Meglio, molto meglio, farsi cullare nelle braccia molli e accoglienti di mamma DC. Faceva leva sulla innata paura dell’uomo di fronte alla sensazione di destabilizzazione.
Furono coinvolti Servizi Segreti italiani e stranieri, poliziotti, magistrati, politici. Fu un tragico, a suo modo grandioso, pezzo di STORIA.

Poi IL MURO crollò sotto la spinta delle masse che preferivano la Golf alla Trabant (come biasimarli, del resto).

Il grande PCI si dissolse nelle lacrime di Occhetto.
E “I COMUNISTI” divennero un meraviglioso ed efficacissimo slogan pubblicitario per la vendita di un nuovo partito/saponetta e del suo plastificato leader.
Ma gli slogan, si sa, non sono eterni. Nemmeno i più riusciti. (Comprereste, ora, un detersivo pensando a Calimero che esclama felice: “AVA come lava?”)
E così può succedere che Milano voti per UN COMUNISTA!
Niente timore! -deve aver pensato qualche testa d’uovo del famoso partito/saponetta- Abbiamo il nostro alleato, il Partito del Campanile, che dopo IL MURO ha creato la sua fortuna sui muretti: di qua (anzi dentro) noi; di là (fuori) gli altri.
Gli altri, chi? Ma suvvia, tutti GLI ALTRI. Zingari, negri, islamici, meridionali, burocrati romani, autorità europee, guerrafondai francesi, immigrati, clandestini, pseudointellettuali radical-chic che usano (pensate) il congiuntivo, avvocati, magistrati, ecc.
Sì, insomma, tutti gli altri. Tutti quelli che non siamo NOI.
I DIVERSI. Eccolo il “nuovo” slogan vincente, l’arma-di-fine-di-mondo: “TUTTI I DIVERSI SONO UGUALI”.
Qualcuno, forse, deve avergli detto che è un ossimoro, ma loro non hanno capito.
Ma come recuperare una identità perduta in soli quindici giorni. Ed è qui il colpo di genio! Milano si riempie di gruppetti di finti rom che pisciano sugli autobus e, appena qualcuno protesta, gridano: “Io voto Pisapia.” Altrettanto fanno pseudomagrebini mentre platealmente scippano una vecchietta o “giovani dei centri sociali” che “assaltano” gazebo e banchetti.
In fondo, di nuovo, si tratta solo di rispolverare la vecchia, infallibile, PAURA del cambiamento.

Eh già, c’erano una volta gli USA e l’URSS, il Comunismo e il Capitalismo, il PCI e la DC. In ballo c’era il destino del mondo.
Oggi ci sono la Moratti e Pisapia. In ballo il destino di un lascivo ultrasettantenne e di una manciata di milioni di euro per l’Expò.

Cari Milanesi, fategli capire che i sequel non valgono mai gli originali.
Dimostrate loro che si può tremare vedendo “Psycho”, ma che “Fantozzi contro Dracula” fa al massimo sorridere.
Mandate a casa questi strateghini delle paurette perchè, come diceva il vecchio signore tedesco, “la storia si ripete: una volta in tragedia e l’altra in farsa e questa è la volta della farsa”.

7 Commenti

  1. Norman fa una sintesi corretta il problema è che rischia di usare schemi di riferimanto e di comprensione della realtà vecchi e non sufficienti. E anche se si vince a queste comunali, comunque positivo, non cambia il quadro che dare risposte sarà molto duro e difficile.O la sinistra, o comunque chi pensa che bisognerà dare risposte progressive, comincia ad utilizzare categorie adeguate oppure la conservazione avrà ancora le sue risposte. Ed oggi si tratta di superare lo schema tradizionale che vede una relazione lineare tra il fatto A ed il fatto B. Al contrario se avviene A allora B sarà influnzato anche da C D ed ancora ltre variabili. Il fatto è che siamo ancora ancorati a schemi semplici mentre diventa tutto sempre più complesso. Ad esempio se una volta, almeno negli schemi lineari, i materialisti erano i comunisti oggi i veri materialisti sono i neo-conservatori. Basta vedere la loro offerta di valori, di immagini e di offerta. Però questi continuano a sostenere che i valori tradizionali sono difesi dai così detti moderati. Ed allora o si assume che gli aspetti antropologici, sociologici e psicologici sono i nuovi punti di riferimento oppure si rischia di non trovare possibili risposte. E bisogna anche dire che nessuno ha la RISPOSTA ma esistono diverse possibili vie da percorrere e che in alcuni casi sono fortemente alternative. Allora vincaimo pure alle elezioni ma quando cominceremo ad affrontare che futuro si vuole disegnare?
    maurizio

  2. Grazie Norman, se era possibile sintetizzare le dinamiche profonde che hanno influenzato questo paese negli ultimi 40 anni, tu l’hai fatto, collegandole all’oggi e mostrando come quelle operazioni che percepivo vagamente da lettore adolescente di giornali, sono ancora oggi perfettamente in azione quali macchine rodate e oliate nel tempo.
    Non mi sembra di avere mai letto niente di così efficace sui giornali tradizionali.

  3. Non è che si possa far passare l’idea che l’obiettivo dovrebbe essere la conquista di una VERA SOVRANITA’ DEI CITTADINI … eh?
    NO! o per l’uno o per l’altro!
    E la gente cretina (tenuta rigorosamente tale) che si accoda e che, invece di pretendere istituzioni aperte all”intervento responsabile dei cittadini, accetta di credere che battere “TROMBOLO” (il piccolo Nerone di Arcore) sia veramente la cosa essenziale … come se, negli anni, ‘gli altri’ si siano dimostrati veramente più democratici e più tesi alla ricerca del bene comune (belle robe hanno fatto anche loro nel periodo 2006-2008…).
    Questo non è qualunquismo: è tensione ad un effettivo cambiamento.
    Un cambiamento che comunque non ci sarà fino a che le politica si limiterà ad essere una pantomima manicheista di “buoni” (quali?) e “cattivi” (gli altri), invece di guardare i fatti, le proposte, le singole scelte da operare o, meglio, da far operare ai cittadini-sovrani.

  4. Sì..certamente ..Norman Bates è molto penetrante.
    Dobbiamo solo aspettare l’esito.
    Occorre vedere quanti non ne possono più di Berlusconi
    al punto di non votare pur di farlo perdere.
    Avvilente la sceneggiata, volutamente ripresa, con l’incredulo Obama al G8 !

  5. E se invecece rivincesse Moratti? Credo che con queste elezioni si sia abbassata ancora di più l’asticella (sembrava impossibile) Ma se rivincesse lei e la sua (loro) campagna elettorale farabutta? Sarebbe un punto di non ritorno? Perché, io capisco, si respira un’aria nuova, si parla di cambiamento ma il cambiamento ancora non c’è stato e se Pisapia perdesse? Tanto alte le nostre speranze quanto rovinose le nostre sciagure. Comunque post molto bello.

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