Un anno fa, agli albori di questo nostro racconto settimanale su Lisbona, avevo già parlato della notte più bella della città, quella fra il 12 e il 13 giugno. La notte che introduce alla festa di Santo Antonio, appunto il 13 giugno, che nella occasione sarà lunedì.

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Con le Marchas Populares del pomeriggio del 12 giugno sulla Avenida da Liberdade, l’arteria che come una freccia punta al cuore di Lisbona dai grandi viali di circonvallazione, la città assume la sua sembianza più bella: la festa in musica, la festa, appunto, popolare, con i vari quartieri della città e della periferia che si sfidano per presentare la coreografia più bella, la canzone migliore. È uno spettacolo in tutti i sensi, uno spettacolo di amore verso quell’acquarello che Lisbona rappresenta, quello straordinario dipinto di facce, colori, bandiere, abiti, calzature di ogni classe sociale ed economica che si fondono per una volta assieme senza perdersi. Ci sono gli accademici, ci sono i contadini, ci sono i pastori e i ciabattini, tutti i mestieri sono rappresentati e tutti i generi artistici possono trovare posto nella sfilata e intorno ad essa, come saranno protagonisti più tardi dall’Alfama a Madragoa, dal Bairro Alto alla Graça.

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La gente si impadronisce delle strade, mangia sardine prese direttamente dalle braci accese fuori dai locali, ma anche fuori dalle abitazioni di gente comune che divide la propria gioia con gli altri. È la stessa gente che il giorno dopo, ancora un pochino traballante sulle gambe per la tanta birra e il vino bevuti, segue la processione con la statua del Santo (erroneamente considerato padovano, ma in realtà pescatore lisboeta) che si dipana fra le stradine dell’Alfama, costringendo spesso i volontari delle associazioni di soccorso che la portano a spalla reggendola su enormi travi a manovre molto complesse per liberarsi delle impalcature sulle quali si cerca di recuperare il prezioso, dal punto di vista storico, patrimonio edilizio del quartiere. La statua del Santo diventa il simbolo della giornata nella quale i giovani di Lisbona e delle città satelliti si giurano eterno amore nella chiesa poco sotto la Sé Patriarcal.

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Si rischia, a volte, di essere troppo prolissi quando si ama una cosa, quando si vuole che anche altri ne godano. Lisboa em Festa, che esplode con il prossimo fine settimana, ma fino a tutto luglio porterà gioia e iniziative nei luoghi simbolo della città, è un momento di grande passione e di grande attaccamento a queste strade, a questo modo di pensare. Sarà che ne ho vissuto edizioni che mi rimarranno impresse per sempre, sarà che proprio il 12 giugno di alcuni anni fa passai alcune ore prima della festa in compagnia di Dulce Pontes nella sua Montijo e nacque il nostro progetto di “O coraçao tem tres portas” (e quel giorno con me c’erano gli amici Mauro e Federico Tamburini), sarà che Celeste mi raccontò tante cose della immensa sorella Amalia Rodrigues mentre fumava decine di sigarette, saranno queste e tante altre cose, ma ogni volta che non ci sono per me è una grave mancanza.

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E allora bisogna che in qualche modo qualcosa prenda il posto di questa grande saudade, che esista una via di fuga ad essa. La voce di Amalia, prima, nella canzone emblematica della Festa, quindi le marce popolari. La musica, e chi conosce Lisbona lo sa, è Lisbona stessa. Fado o altro, è sempre qualcosa che incide nel cuore della gente trasmesso dal cuore dei lisboeti. Ci stancheremo un giorno di ripeterlo? Penso di no, penso che conoscere Lisbona sia come conoscere se stessi. E come sentirla approdo di un futuro non lontano, magari, di certo meno strillato e più tenero dell’attuale. Nel nome di quella guitarra che entra dentro e non sa più come uscire.

1 commento

  1. Leggevo questo bell’articolo, senza sapere chi fosse l’autore… ma dopo le prime righe era chiarissimo che dietro la tastiera ci fosse l’Italiano più Lisboeta che esista: RICCARDO JANNELLO!!!
    Chi altro riesce a farti sentire persino gli odori di qesta città???
    Grazie Riccardo, io sarò a questa festa, anche quest’anno, per la terza volta, perchè ormai è una dolce droga per me!
    Sarebbe meraviglioso incontrari laggiù e farmi guidare da te in questa città del nostro approdo…
    Un abbraccio, Mino

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