Jorge Fernando e Custodio CasteloTante volte ho parlato qui di Jorge Fernando e di Custodio Castelo, che spesso ho identificato, e penso di non sbagliare, quasi in un’unica persona.

Non lo sono, ovviamente, anche se la loro amicizia nei miei confronti è davvero “unica”, e la loro creatività è tale che ben si riconoscono nei loro progetti.

Certo è che vivono il fado alla stessa maniera e che quando sono insieme non ce n’è per nessuno.

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Entrambi sono nei negozi con il loro ultimo cd, Jorge con quello che ha chiamato  provocatoriamente “Chamam-lhe fado”, dove esegue vecchi brani e nuove composizioni con alcuni artisti di vari generi musicali che ha riunito in due fortunati concerti, uno al Coliseu dos Recreios di Lisboa e il giorno dopo nel teatro gemello di Porto. In entrambe le occasioni il successo è arriso all’amico Jorge. “Sì, provoco con questo album perché ritengo che il fado sia una musica straordinaria e quindi dimostro che può competere con tutti i generi e conquistarli”. Ma è soprattutto nelle sue creazioni più classiche, come ad esempio “Chuva” che dà conforto ed emoziona in qualsiasi sua interpretazione, che Jorge può davvero dimostrare la sua grandezza. E in questa “Desespero”, molto più ritmata del solito.

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Due concerti di grande impatto anche scenico, con molti artisti, prima fra tutte Fabia Rebordao, voce nuova scoperta da Jorge e che prosegue quella tradizione iniziata da lontano e perpetrata fra le altre con Mariza e Ana Moura e che viene dalla sua esperienza con Amalia Rodrigues (mai dimenticarlo…) la cui presenza in concerto è stata evocata dalla apparizione della sorella Celeste. Tutte artiste, guarda caso, che hanno avuto nella collaborazione fra Jorge e Custodio la possibilità di fare parte di conjuntos straordinari. Non me ne vogliano gli altri amici musicisti di Lisbona, ma cantare con alle spalle Custudio alla guitarra portuguesa, Jorge alla viola de fado e Felipe Larsen al baixo acustico è una notevole fortuna. Jorge, poi, la amplia per se stesso quando canta ed è una voce, fra i maschi, straordinaria e riconoscibile. Custodio, da parte sua, è tutto se stesso nella guitarra, sia che si tratti di usarla come orchestra sia che rappresenti l’accompagnamento di qualche voce.

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Il disco di Custodio si intitola “Inventus” e il brano che abbiamo ascoltato, “Morna”, dimostra una volta di più la capacità di creare suite fadiste da parte di Custodio, autore di grande importanza nel moderno fado. Ascoltarlo è il più bel regalo che ci si possa fare. E’ persona di poche parole e di molti fatti, ma anche di grandi entusiasmi e amicizie.

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Custodio è l’oggi, ma il grande interprete della guitarra portuguesa del ventesimo secolo è stato Carlos Paredes, il mito per tutti e di cui abbiamo già tratteggiato la figura di maestro. Dal 2003 a Vila Franca de Xira, cittadina con splendidi azulejos sulla strada da Lisbona al Ribatejo, il municipio assegna il premio Carlos Paredes a nomi nuovi del fado e della musica popolare portoghese; quest’anno il premio è stato assegnato alla pari ad André Carvalho e i Rosanegra. Che ascoltiamo nel loro primo progetto, “Fado Ladino”.

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La voce di Jonas Lopes, con José Paiva alla guitarra, ci porta dentro le origini portoghesi, contaminando il fado,  fra l’altro, con la musica araba, ben presente in Lusitania lungo i secoli. Qualcosa di interessante, comunque, come il seguente “Fado Mutante”. Ma merita concludere oggi questo viaggio con Paredes in persona.

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1992, ma è come se lo ascoltassimo in questo momento. Paredes è un classico, indubbiamente nel Panteao ci mettiamo anche lui.

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