Antiche genti
Ho deciso. Non terrò un saggio, un aggiornamento. Sarà un omaggio alla società boliviana i cui costumi, in poco più di quaranta giorni, ho imparato ad adorare e rispettare. Quando sarò vecchissimo mi sarà sufficiente rileggere il mio giornale di bordo, soprattutto queste righe introduttive, per ricordare con chiarezza il sapore di erbe, cibo andato a male e vestiti impolverati dei mercati di quel paese.

I boliviani sono antiche genti, di quelle che rispettano chiunque passi per strada, di quelle che non si fanno mai notare troppo. Eccetto quando si crogiolano con il loro mariachi, suonato a tutto volume in qualsiasi posto, dagli uffici postali, ai centri informazioni, passando per tutti i mezzi di trasporto, privati e pubblici. Agli evidenti limiti di socializzazione del boliviano medio si aggiunge l’improvvisa esplosione del turismo in una società economicamente ridotta sul lastrico. La Bolivia è un paese, ancora nel duemiladieci, per nulla preparato a ricevere turisti, a misurarsi con persone di altri paesi. E tutto ciò nonostante i suoi Salar De Uyuni, Cerro Rico e Lago Titikaka risultino mete imperdibili di qualsiasi viaggio nell’intero continente.

Tutto iniziò non troppi anni fa, quando l’evoluzione dei trasporti e le migliori condizioni economiche delle famiglie europee e nordamericane favorirono lo sviluppo del turismo che si spinse quindi anche in aree in cui non era mai riuscito ad arrivare prima.

Ma i proventi di questo fenomeno di massa vennero principalmente goduti da agenzie straniere (se sei biondo con gli occhi azzurri puoi fare della Bolivia ciò che vuoi) e famiglie borghesi, le quali si gettarono a capofitto in un settore ancora vergine, totalmente da sfruttare. Per decenni dedicarono al turismo tutte le proprie energie riguardandosi bene dal non condividere i progressi effettuati con la gente del posto, con i boliviani veri.

Il turismo di quei tempi si rivolgeva prevalentemente ad un’accurata selezione di curiosi, alpinisti, scalatori e camminatori folli, ma il flusso di avventurieri è triplicato nel giro di pochi anni ed il tutto si è modellato alla perfezione adattandosi alle esigenze di qualsiasi tipo di viaggiatore. Il turismo è un duttile leccaculo che ai giorni d’oggi ha ormai addescato l’intero il paese.

La maggior parte dei boliviani abbandona l’orto per dedicarsi ad escursioni, ristoranti, attività ricettive, trasporti… a cose che non si mangiano, insomma. Uscendo dai sentieri battuti si incontrano tantissime persone che aspettano, ferme ed impotenti, sui loro antichi mezzi sperando che avanzi una fetta di torta dal banchetto della quotidiana festa delle multinazionali.

Sono state proprio queste persone la ricchezza del mio viaggio in Bolivia. Quelle che farebbero di tutto pur di un paio di euro, nonché le persone alle quali sarebbe più consigliabile rivolgere i nostri risparmi. Niente per noi – tutto per loro.
E di tutto fanno davvero, è sufficiente l’aver un pò di fantasia. Certo, spesso occorre rivedere un pò gli standard di vita quotidiana, ma audaci, anticonformisti e non amanti della vita facile troveranno sempre in queste persone pane per i loro denti.
Prego trovare in accluso un malinconico elenco di prestatori servizi, con rispettivo listino prezzi.

Ristorante Teresita
Ristorante da Teresita, La Higuera. Niente insegne, niente porte, un solo tavolo. Praticamente un fornello in una casa fatta di argilla. Riso in bianco con un uovo aperto in cima: cinque boliviani. Potrebbe funzionare anche il baratto. Non è facile capire le barzellette del marito della titolare in quanto tuttavia rimane sconosciuto il tipo di linguaggio che usi.

Titikaka traslochi
Titikaka Traslochi, Isla Del Sol. Dieci boliviani, senza interessi né limiti di carico. La salute del personale non è fondamentale.

Ostello Palo Santo, Potosì.
Ostello Palo Santo, Potosì. Venti boliviani per notte in camera privata*. I materassi, polistirolo e cartone, presentano un’avvallamento centrale sul quale persino un fachiro avrebbe problemi a dormire. Infissi centennali lasciano passare temibilissimi spifferi. Dormendo dentro un cespuglio ci si riparerebbe molto meglio dai gelidi venti andini. Doccia con acqua gelata ventiquattrore al giorno per tutto l’anno.

Oscar Trasporti Eccezionali, Sucre.
Oscar Trasporti Eccezionali, Sucre. Costo di una corsa: un sorriso. Posti illimitati. Al tuo ingresso tutto il camion se ne va cantando “se prima eravamo in venti a ballare l’Hully Gully, adesso siamo in ventuno a ballare l’Hully Gully..”.

Scuola media superiore Las Hermanas, Uyuni.
Scuola media superiore Las Hermanas, Uyuni. Decisamente molto meno freddo li dentro che fuori.

*Attenzione: ogni prezzo è triplicato, se va bene, alla vista di lineamenti caucasici. In particolare di occhi azzurri e capelli chiari. Occorre quindi contrattare quotidianamente. Per intenderci: se il biglietto del pullman costasse dieci boliviani uno straniero lo pagherebbe cinquanta, ottanta, persino cento boliviani. Dipende dall’onestà di chi lo vende. Ovviamente nessuno chiede mai all’acquirente i documenti per verificarne la nazionalità, ma se questo metodo funziona così bene è soprattutto merito di chi, ancora in preda a convertire dollari in boliviani, non esita a pagare questi prezzi.
Per un attimo mi sovvengono i quasi mille euro che giapponesi e russi pagano per un giro panoramico di Sorrento.

Boliviani genti difficili dunque. Soprattutto per un vegano in vacanza nel loro paese. Manca proprio questa parola nel vocabolario nazionale. Un esempio di una conversazione con un cameriere al ristorante:
– mi scusi, sono vegano..
– come?
– vabbé, sono vegetariano
– ossia?
– non mangio carne
– prosciutto?
– no
– pollo?
– nemmeno
– pesce?
– riso con patate va bene.
– d’accordo.
Ed il cameriere si allontana con la faccia di uno che ha appena incontrato Charles Manson.

Indimenticabile Bolivia. Venite gente, venite in fretta. Prima che tempeste di numeri e banconote si scaglino sulle bellezze naturali di questo straordinario, straordinario paese.

2 Commenti

  1. Ahahah Mauro la scena del vegano mi sembra quella di “ogni cosa è illuminata”, con l’americano vegetariano in Ucraina, preso per il culo da tutti gli abitanti che incontra per questa sua “follia”!
    Ti voglio bene!

  2. oggi poter viaggiare e confrontarsi con altri popoli è difficile ,perchè tutti i loro usi e costumi sono diventati un bussinnes , trovare posti come la Bolivia richiede tempo per assestarsi e pensare come loro, mi piacerebbe avere del tempo per dedicare ad altre culture. Un saluto grande grande

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