Ieri asta da brivido sui titoli di stato…ma che sia solo fumo?

Home page Financial TimesE’ certo che Monti non potesse risolvere nulla nel poco tempo da cui è in carica, ma la speculazione finanziaria che sembrava esigere una rapidissima uscita di scena di Berlusconi non sembra aver premiato il nostro paese. Anzi, il clima sui mercati è davvero da ultima spiaggia. Ha fatto scalpore infatti ieri mattina, affossando le borse del continente, l’asta sui titoli di stato – BOT (buoni ordinari del Tesoro) a 6 mesi e CTZ (certificati del tesoro zero-coupon, ovvero senza cedola) a 2 anni – che ha visto segnare livelli record sui rendimenti, e quindi anche per il costo per rifinanziarsi dell’Italia. Finendo sulle prime pagine e sulle home page dei giornali di mezzo mondo, come quella del Financial Times, preoccupato per la sorte nostra e dell’unione europea.

Pochi giorni fa l’esito dell’ultima asta spagnola aveva già visto i titoli di stato di quel paese raggiungere livelli da brivido; poco dopo quella tedesca, al contrario, era andata quasi deserta, a causa dei rendimenti troppo bassi (perché i titoli della Germania, essendo gli unici visti come sicuri, finiscono per offrire rendimenti sempre minori); ieri in Italia l’asta dei suddetti titoli ha provocato letteralmente terrore agli investitori.

Sono stati offerti infatti 8 miliardi di euro di BOT semestrali, che hanno avuto una domanda discreta (seppur in calo rispetto all’ultima asta) ma hanno visto il rendimento lordo salire al 6,504%, quasi il doppio rispetto al 3,535%, sempre dell’asta dello scorso mese.
ViscoI 2 miliardi di Ctz a due anni hanno visto il tasso avvicinarsi addirittura alla soglia dell’8% (7,95%) dal 4,62% dell’ultima asta. Tale tasso è un forte segnale di allarme per la sostenibilità dell’Italia, come ha affermato anche il neo governatore di Bankitalia Ignazio Visco, dicendo che l’Italia reggerà a rendimenti alti, a meno che non superino l’8%. Se si considera che anche i BTP a 5 e 10 anni viaggiano intorno a rendimenti del 7%, lo scenario non sembrerebbe dei migliori. Ricordiamo che Grecia e Portogallo sono state costrette a chiedere aiuti di stato al raggiungimento di tassi prossimi a questi, se non inferiori…

E’ facile però fare i conti della serva: su 10 miliardi di emissioni, un tasso che passi dal 3 al 6 % comporta allo stato un maggiore esborso di “soli” 300 milioni di euro circa. Non parrebbe una cifra fuori portata, e tutto dipenderà dal protrarsi o meno di queste condizioni di emergenza. Perché così come son saliti velocemente, altrettanto in fretta potrebbero scendere sia spread che rendimenti, se la speculazione allentasse la sua morsa.

La sensazione forte è che i mercati (leggasi banche e grossi investitori, dalla cui schiera Monti proviene…) stiano bersagliando l’Italia per “costringerla” a sorbire la cura da cavallo che il neo-premier sta preparando. D’altronde, con rendimenti alle stelle, da default, chi potrebbe obiettare alcunché a misure anche drastiche ed impopolari? Un pò come successo già in Grecia, dove le proteste ci sono state, è vero, ma non sufficienti ad impedire le manovre da lacrime e sangue. Ebbene, ipotizzando un provvedimento economico in tempi rapidi (che soddisfi il mercato, anche a discapito dell’equità sociale), alle aste successive si potrebbero riosservare rendimenti molto più bassi, e l’emergenza rientrare, in tutto od in parte… Si è già visto tante volte: gli stessi spread dei nostri BTP a 10 anni con la nomina di Monti erano scesi di ben 100 punti in un giorno solo; e lo stesso dicasi per quelli di Francia o Spagna, che a seconda delle notizie o delle semplici voci che circolano per i mercati hanno visto oscillazioni di molti punti percentuali in pochissimo tempo.

C’è un fattore molto indicativo del momento particolare in cui viviamo, ed è l’inversione della curva dei rendimenti, con i tassi a 2 e 5 anni più alti di quelli a 10 anni: sarebbe infatti normale il contrario, ovvero che un titolo a lunga scadenza sconti un maggior rischio, un’incertezza futura, fornendo un rendimento più alto di un titolo più corto. Questa inversione significa solo una cosa: che i mercati stanno scommettendo su una crisi di liquidità dell’Italia, od un pericolo a breve termine, ma non hanno grossi timori sul nostro futuro. Che ci vogliano “imporre” aiuti di stato? I commenti non si fanno attendere – e distinguerli dalla speculazione è sempre assai arduo… –  con Bank of America e Merrill Lynch, ad esempio, ad affermare che il possibile risultato di una tale tensione in crescita sul mercato dei titoli di stato europei sarebbe la rottura dell’euro.

Ma c’è anche chi attribuisce già questa situazione a Mario Monti, come Louise Cooper, un’analista americana: “Mario Monti has failed so far to impress upon bond markets that he has the power and authority to do what is required” ovvero “Mario Monti non è riuscito a convincere i mercati dei titoli di stato di avere il potere e l’autorità di fare cià che è richiesto”. Sarà per caso che coloro che gli sono vicini gli stanno correndo in aiuto, come si diceva sopra? Chi sono questi amici? Come spesso è accaduto negli ultimi tempi in Italia, è un bravissimo comico a suggerircelo…

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Everardo Dalla Borsa

5 Commenti

  1. Grazie Gaioing, non mancherò! Potrei dire che a giudicare dagli spread scesi sotto 400, Monti abbia avuto un buon effetto…ma sa bene che il mio assunto era che la stessa speculazione che ha fatto esplodere gli spread abbia anche voluto Monti al governo, a garanzia delle lobby bancarie…
    La giornata di oggi è molto più indicativa di quella successiva al varo della manovra di Monti: un semplice dubbio su un rischio di mancato accordo sulla BCE, per il prossimo meeting di venerdì, ha scaraventato le borse d’Italia giù di oltre 3 punti percentuali, da +2 a -2…
    Si gioca tutto sui problemi delle banche, non sui conti dell’Italia, si fidi… A breve altre analisi, ci conti!

  2. @Everardo

    Ottime analisi Everardo…molto istruttive!
    A questo punto mi aspetto che, dall’analisi di borsa , ci dirai se mister Monti combina qualcosa di buono !

  3. Grazie dei complimenti ad entrambi!
    Sa perchè, Diego, avviene esattamente come dice lei? Perchè i titoli di stato italiano sono soggetti, almeno in questo momento, al rischio-paese, ovvero al peggioramento degli spread\rating etc…
    Le aziende invece sono soggette al massimo ad un eventuale peggioramento recessivo, ma scegliendo le migliori, e quelle meno soggette ai caldi di ordini (come quelle che citi, e si potrebbero aggiungere i colossi come Enel, Eni, Telecom e diverse altre) i prezzi dei relativi titoli son talmente bassi che le aziende risultano appetitose. Insomma la Parmalat il latte lo venderà comunque, energia, telefonate o benzina si venderanno anche se l’Italia andrà in default, il lusso poi, come Bulgari, è l’unico settore che tiene sempre…ed anche questo è indicativo del mondo in cui viviamo…

  4. Grazie Everardo,

    giustissimo quanto scrivi e grazie per i puntuali commenti.
    Vero anche che non abbiamo la controprova. Ovvero se B. fosse rimasto al governo, a che punto saremmo? Per fortuna non dobbiamo rispondere a questa domanda.
    Ma un’altra domanda che mi pongo è come mai le banche francesi, hanno venduto moltissime obbligazioni italiane, favorendo il panico sui mercati ed al tempo stesso si sono comprate aziende italiane in crisi, ma prestigiose come Parmalat e Bulgari. Sembra la guerra del nuovo millennio.

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