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Della prima parte della mia vita, molti di voi già sapranno grazie ad Antonio Tabucchi, della seconda invece pochi sanno. Per carità, non che ci sia molto da dire ma visto che i ragazzi della redazione insistono...
Venni qui dopo un lungo peregrinare da un paese all’altro, fuggendo da quel paese senza libertà che era diventato il mio paese, il Portogallo, negli anni ‘30.
Arrivai subito dopo la guerra e mi trovai così bene da decidere di rimanere.
La gente allora era accogliente, nel paese si respirava – grazie al clima di dopoguerra – una voglia straordinaria di fare, di ricostruire e anche io diedi il contributo. Oggi si direbbe che lo diedi da “straniero”, da “migrante”.
Ma ero poi così straniero, cioè “estraneo” a questo paese? forse no, visto che sono ancora qui e considero questo paese come l’altra mia patria.
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